La continua voglia di soldi facili attraverso raggiri e truffe telematiche lo ha tradito. Un errore, quello di rispondere al telefono e pianificare l’ennesimo colpo proprio mentre si trovava in Caserma dei carabinieri insieme ad altri sospettati, che gli è stato fatale. I carabinieri della Tenenza di Favara hanno arrestato, per l’ipotesi di reato di truffa aggravata, Nicolò Pollicino, 28 anni di Favara.
L’indagine nasce dal monitoraggio di un aumento vertiginoso di truffe denunciate sul web. Alcuni cittadini residenti nella provincia agrigentina, di varie fasce di età, sono rimasti purtroppo vittime di un truffatore seriale on-line. In relazione al preoccupante fenomeno, infatti, i Carabinieri della Tenenza di Favara, recentemente, si erano accorti di un significativo aumento delle denunce di truffa su internet verificatesi sul territorio ed avevano perciò deciso di far scattare accurate indagini, seguendo alcune tracce virtuali lasciate da un truffatore, accorgendosi in buona sostanza che dietro molti episodi si nascondeva la stessa mano. Sempre identico il copione seguito: il malfattore prima inseriva annunci online sui principali portali, siti, social network e piattaforme commerciali. Poi il cliente abboccava e cadeva nella trappola: attirato dalle belle foto e dalla possibilità di un consistente risparmio, si metteva in contatto con il presunto venditore per acquistare un determinato prodotto. Una “stretta di mano” digitale e la vendita era effettuata.
Dopo aver fatto il pagamento, però, l’amara sorpresa: nessuna merce sarebbe mai arrivata a casa. Diversi erano gli articoli venduti: telefoni cellulari, pezzi di ricambio per camion e perfino anche un’imbarcazione di lusso. Proprio quest’ultima, si è rivelata come il tallone d’Achille che ha consentito di smascherare il truffatore seriale. Infatti, sulla base dei primi esiti investigativi, i Carabinieri hanno iniziato a convocare per alcuni accertamenti, presso la caserma della Tenenza di Favara, alcune persone ritenute potenzialmente sospette. Durante tali verifiche, uno dei sospettati, mentre era seduto nella sala d’attesa, ha pensato bene di telefonare a quella che sarebbe stata la sua ulteriore vittima, concordando quindi le modalità di vendita di una lussuosa imbarcazione. La conversazione telefonica, tuttavia, è stata percepita ed origliata da un carabiniere in quel momento in servizio all’interno della caserma, il quale ha subito avvisato i colleghi incaricati delle indagini.
A quel punto, il sospetto si è concretizzato in una certezza ed è stato facile sviluppare le successive attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento, che hanno permesso di raccogliere gli ulteriori tasselli fondamentali per accertare la responsabilità del 28 enne, per sette episodi di truffa aggravata, che gli avevano consentito di racimolare un bottino di circa 9.000 euro in contanti.