di Franco Pullara
Una donna, meglio, una persona priva del conforto sociale, qualche giorno, ha fatto i suoi bisogni davanti ad un noto supermercato della città dove sosta per ricevere piccoli aiuti economici dai clienti della stessa attività commerciale.
Lasciando perdere l’aspetto della pubblica decenza è, certamente, più importante leggere la notizia puntando al mancato o all’inadeguato sostegno sociale delle istituzioni per i più deboli diventati invisibili fino a quando non accade qualcosa di grave. E a Favara non mancano le triste esperienze, di donne, non seguite adeguatamente delle quali, come il caso di Gessica, ci si accorge quando accade l’irrimediabile.
Perché, con tutti gli aiuti previsti dallo Stato, quella donna non più giovane conduce una vita di stenti? Non sono in pochi a farsi la domanda, alla quale l’unica risposta ragionevole è che: chi dovrebbe vedere, molto probabilmente, non vede.
Non tutti i bisognosi hanno la capacità, la voglia e la conoscenza dei loro diritti, molti di loro scelgono la via più semplice: la strada, spesso, la più dolorosa e mortificante, quando dovrebbero essere cercati e aiutati dalle istituzioni.
Ne abbiamo parlato nella speranza che a questa brava donna, vittima da sempre di gente con pochi scrupoli, arrivi il conforto sociale dandole finalmente accesso ai suoi diritti.
Un sollievo nel ristoro fisico e morale nel rispetto di un suo pieno diritto di persona e di donna in un paese civile che si riconosce nella solidarietà.