I fondi del PNRR potrebbero cambiare il volto della sanità siciliana, la programmazione interesserà l’assistenza sanitaria territoriale, verranno create nuove strutture dalle Case di Comunità agli Ospedali di Comunità e anche nuove Centrali Operative Territoriali, nonché l’innovazione tecnologica.
“La paura che emerge è che lo stesso piano possa non trovare accoglimento e condivisione a livello centrale”.
Il timore è del deputato regionale della Lega e vicepresidente della commissione sanità all’Ars, Carmelo Pullara, che chiede un’audizione urgente del direttore generale dell’Agenas in commissione.
“La querelle nata sulla gestione della programmazione dei fondi del PNRR per la sanità- continua Pullara- al netto delle attività di audizione che si stanno svolgendo e che si svolgeranno, condivise anche dallo scrivente, ma che riguardano un contributo territoriale, fanno temere sul mancato accoglimento dal governo centrale. Anche perché le cronache di stampa mostrano possibili strabismi tra le decisioni tecniche e quelle politiche. Non a caso è da citare l’intervento del Vescovo di Caltanissetta che nella sua lettera irrompe prepotentemente sulla gestione della sanità definendola come una azione per incrementare il bacino di voti scrivendo testualmente “Sul Pnrr per la sanità squallido spettacolo elettorale .
Il decreto del 6 agosto scorso del ministero dell’economia- spiega il deputato della LEGA- reca l’assegnazione alle singole amministrazioni delle risorse finanziare per l’attuazione degli interventi di cui sono titolari e prevede che le amministrazioni coinvolte adottino ogni iniziativa necessaria ad assicurare l’efficace e corretto utilizzo di tali risorse e la tempestiva realizzazione degli interventi, secondo il cronoprogramma previsto dal PNRR. In particolare- conclude Pullara- spetta all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, quale tramite per il Ministero della Salute, l’attuazione degli interventi relativi alla Missione 6 Salute che si articola in 2 componenti fondamentali: Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale; Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale (SSN).” Lo stanziamento è pari a 796 milioni di euro. Non possiamo farci sfuggire questa opportunità e permettere ancora una gestione miope della sanità come quella che si è fatta dall’inizio legislatura prima, durante e dopo il periodo pandemico.