Forza Italia, tragedie, spunnapedi, ribaltoni e controribaltoni: Calderone rimane al suo posto. Miccichè, hai davvero una bella cricca! (Un pensiero all’on. Margherita La Rocca Ruvolo)

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Ma che bella giornata (quella di ieri!). La città di Palermo era apparentemente tranquilla mentre all’interno dell’Ars imperversava un vero e proprio tsunami. Niente onde alte e mari che invadono persone e cose, ma semplicemente tragediatori, dissidenti, spunnapedi pronti a mettere in atto un ribaltone d’altri tempi, con il motto: “mors tua e vita mea”.

Come in un vero e proprio colpo di Stato una serie di dissidenti di Forza Italia, Gallo Afflitto, Zambuto (assessore, quota Gallo, dissidente), La Rocca Ruvolo (presidente Commissione Sanità), Pellegrino (presidente Commissione Affari Istituzionali), Savona (presidente Commissione Bilancio), Falcone (assessore), Papale (dissidente) avevano cercato con metodi non certo nobiliari di azzoppare il tanto odiato Gianfranco Miccichè (si, perchè davanti l’alliscianu e di dietro sputano veleno).

Una sorta di fuoco amico (amico, per dire…) dove però le mosse da azzeccare sono state tutte sbagliate. Una strategia tutta da dimenticare.

Per un giorno, grazie ad una serie infinita di tragedie, Mario Caputo, compagno di merendein questa imboscata politica dei dissidenti, si era autoproclamato Capogruppo grazie all’altrettanta autoproclamazione da parte dei sette ribelli che già pregustavano il ribaltone. Un giorno da leone, con gli altri felini pronti ad azzannare Miccichè e il Capogruppo Calderone senza lasciare un semplice osso alle iene.

 

I lealisti e cioè i sei parlamentari vicini a Miccichè, Calderone, Mancuso, Grasso, Ternullo e Lantieri hanno la pelle dura. Altro che gnu che vengono azzannati per la gola; si, è vero, un principio di soffocamento c’è stato ma poi, come spesso si vede nei documentari africani, lo gnu non solo si alza miracolosamente ma viene raggiunto dagli altri simili i quali, tutti uniti, riescono a mettere in fuga il branco di leoni dapprima inferociti e dopo morti di fame.

Miccichè, che ne sa una più del diavolo, nella torbida giornata di ieri, è riuscito anche a rafforzare la propria armata azzurra facendo salire a bordo dei carri armati due pesantissimii colonnelli che si chiamano Tamajo e D’Agostino.

Nel frattempo, l’avvocato Calderone, spiegava a tutti come la nomina di Caputo a capogruppo era una bufala di dimensioni enormi. Calderone dice: “Il gruppo parlamentare è un’associazione, che come tale è regolamentata da norme codicistiche che non prevedono l’auto-convocazione. E’ prevista la richiesta di convocazione, a cui solo il capogruppo può dar seguito. Solo nel caso di ingiustificata inerzia dello stesso capogruppo, ci si può rivolgere al Tribunale, per chiederne la convocazione. Pertanto considero la nomina dell’onorevole Caputo illegittima, perché non sono state rispettate le procedure”. Il tutto è stato ratificato dalla presidenza dell’Ars.

Uno a zero, palla al centro e partita chiusa.

Per i dissidenti spunnapedi si è trattato di un vero e proprio disastro, dove l’autolesionismo ha fruttato di più rispetto alle azioni di attacco. E mentre i lealisti hanno lottato con l’armata gigantesca, i dissidenti sono scesi in campo con i “miccetti di capodanno”.

E adesso, si chiedono in molti, cosa succederà? Bella domanda!

Gianfranco Miccichè, non da frate Francescano, non porge l’altra guancia. Miccichè, per chi lo conosce bene, rispetta ma vuole essere rispettato. Se il mancato rispetto, poi, arriva anche grazie ad una serie di tragedia miseramente fallite, Miccichè si incazza di brutto.

Già il presidente dell’Ars ha giudicato Gallo e compagni “beneficiari rancorosi“; in buona sostanza quella gente è sempre pronta ad andare a chiedere con il piattino questa o quella commissione, sottogoverni, assessorati e così via dicendo.

Il punto è uno: fra gli sconfitti ci sono presidenti di commissioni e assessori. C’è qualche benpensante che possa avere la cattiva idea di immaginare che qualcuno di loro possa rimanere al proprio posto? Sembra di capire che tutti rimarranno con il piattino vuoto e cu cirinu addrumatu.

Sicuramente questa è stata una bella lezione che dovrà servire per andare avanti nei prossimi mesi, nei prossimi anni, nelle prossime legislature. La tragedia non sempre paga; anzi, al contrario, il tragediatore si autodistrugge come un vero e proprio kamikaze.

N.B. Un pensiero, in questo momento, va alla Nobil Donna Margherita La Rocca Ruvolo. Perchè? Semplicemente per il fatto che quando lasciò l’Udc per passare nel gruppo Gallo di Forza Italia, noi l’avvisammo: “Passo falso, scivolone”.

Donna troppo nobile per far parte di un gruppo che mette in atto azioni come quelle di ieri. Abbiamo contezza che l’on. Margherita non sia adusa a comportamenti del genere. Anzi, pensiamo proprio che, pur rispettando la ragion di Stato, la mossa perpetrata ieri che ha visto anche (purtroppo) la sua presenza fra i dissidenti, l’avrà proprio disgustata.

Ora arrangiati.

Ma noi, straordinaria Margot, ti avevamo avvisato…

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