Agrigento cambia, Agrigento ha un nuovo sindaco. Si chiama Franco Miccichè, medico di professione, adesso primo cittadino di una città difficile da amministrare come quella di Agrigento.
Lillo Firetto esce di scena. Esce a testa alta, esce senza recriminazioni, senza pentimenti, pronto a poter rifare tutto quello che ha fatto. Ma i giochi, purtroppo, ormai sono fatti. Firetto ci ha abituati a vedere una città diversa, più organizzata, più completa nei suoi punti strategici. Ha valorizzato non poco il centro storico, ha centrato alcune pedine da mettere nel posto giusto. Non è stato come i sindaci precedenti che non hanno fatto nulla, anzi solo danni. Il predecessore di Firetto si ricorda solo per un’opera realizzata a San Leone: un disastro. Poi il nulla, zero totale. Non faceva altro che dire…no ci sono soldi. Bene, così non si può amministrare. Lui è voluto rimanere, ma i risultati sono stati disastrosi.
Con Firetto la città ha visto qualche miglioria; una serie di piazze, nuove geometrie, e nuovi spazi per tutti, grandi e bambini. Ha lasciato a desiderare, però la questione spazzatura. Firetto si è trovato nel bel mezzo di un cambiamento radicale per quanto riguarda i rifiuti e la pulizia della città. Ha pagato lo scotto di un cambiamento che spesse volte lo ha messo in difficoltà
A Firetto l’onore di non avere dichiarato il dissesto, nonostante un debito lasciato dalla precedente amministrazione non di poco conto. E’ andato avanti, a testa bassa, con quello che poteva fare. Certo, poteva fare di più. A Roma e a Bruxelles poteva attingere più di qualche soldo, non ci è riuscito. Forse non si è circondato di quelle figure decise, preparate, pronte ad andare ad attingere soldi a destra e a manca.
Da questo elemento vogliamo ripartire con speranza. Franco Miccichè ha imperniato la sua campagna elettorale sui soldi che Firetto non è riuscito a recuperare. Qui iniziano i veri dolori per il nuovo amministratore della Città dei Templi.
Miccichè deve scrollarsi di quella etichetta che per alcuni avversari è stata un cavallo di battaglia: è un buono, timido, troppo debole per amministrare una città come Agrigento. Ora occorre soltanto tirare fuori i maroni. Franco Miccichè si è messo in gioco. Chiangimestra questa città non ne ha bisogno; occorre solo lavorare, lavorare, lavorare.
Un consiglio al nuovo sindaco: stia attento ai tragediatori, ai miserabili, ai ruffiani. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che fino a 15 giorni addietro gli avversari politici vedevano in Miccichè un cancro da abbattere, lui e quel Di Mauro che ha avuto la forza, il coraggio e la straordinaria lungimiranza nel carpire (differente da capire…) che il medico agrigentino fosse la persona giusta. Ci è riuscito, i numeri sono numeri. Questo è il capolavoro di Di Mauro. Chapeau.
L’accozzaglia di inciuci post primo voto è solo preoccupante. Gli sconfitti hanno cominciato a leccare e sbavare a favore di Miccichè. Non potevano perdere u sceccu cu tutti i carrubbi; e allora, quasi per incanto, ecco Miccichè e Di Mauro diventare i migliori di tutti, il massimo, il buon governo e le persone ideali per amministrare. Schifo dello schifo dello schifo. E non si vergognano!
Si ricorda, ai poveri di memoria, che uomini e partiti che si sono accodati alla causa Miccichè-Di Mauro nell’ultimo vagone dell’ultimo treno dopo il primo turno, che il loro apparentamento ha creato solo danni al gruppo Miccichè-Di Mauro. Le gente sussurrava: “noi non li abbiamo voluti e loro rientrano con la tracotanza! Non andiamo a votare”.
I voti per Miccichè sarebbero stati molti di più se Forza Italia, Diventerà Bellissima, e Fratelli d’Italia fossero rimasti fuori dalla partita, accettando una sconfitta che il popolo sovrano aveva conclamato; molta gente è rimasta schifata da apparentamenti di volgarissimo gusto. Del resto la gente, nel primo turno, aveva già deciso. E molta gente è rimasta a casa, a scapito di Miccichè, politica più bella di tutti i tempi. Ricordiamo a questi signori, accodati nell’ultimo vagone dell’ultimo treno, che il loro apporto aveva creato una serie di ostacoli al cammino di Miccichè. Forse, oggi, il dottor Franco avrebbe preso più voti senza l’apporto (???) di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima.
Pensate, gentili lettori, che oggi figurano assessori della Giunta Miccichè che la popolazione ha bocciato sonoramente. Entrano consiglieri comunali che il popolo ha bocciato sonoramente. Lo sporco coefficiente degli apparentamenti costringe a far rinascere persone che la città aveva defenestrato con il più sacrosanto dei diritti: il voto.
Punteremo l’attenzione proprio su questi soggetti, che prima vedevano in Di Mauro e Miccichè il male oscuro e adesso, pur di avere un briciolo di visibilità, sono stati costretti a umiliarsi e prostrarsi pur di rimanere a galla. La città di Agrigento di questi partiti e di questi uomini non ha bisogno. Confidiamo sul lavoro portato avanti dal gruppo Miccichè. I bocciati, rientrati dalla porta secondaria, mettono paura. Forza Italia principalmente, Diventerà Bellissima, Fratelli d’Italia e gli altri (che adesso fanno gli auguri al muovo sindaco dopo averlo vituperato) sono in agguato, pronti ad azzannare qualsiasi respiro alla amministrazione vincente. Lo ribadiamo, loro non hanno vinto, sono stati bocciati; è la legge elettorale che li riqualifica, li rimette in campo, li riorganizza.
Calma, calma. La gente ha cercato di tenerli lontani dall’amministrare. Adesso si devono fare i conti con la realtà, dura, amara, cruda. Altro che assessori e consiglieri trombati che riemergono dal nulla. Miccichè dovrà guardarsi prima di tutto da questa gente, dai loro partiti, dai loro padrini.
Ribadendo gli auguri a Franco Miccichè, nello stesso tempo assicuriamo al primo cittadino che saremo vicini a lui per essere, nello stesso tempo, vicini alla città. Il nostro mezzo di comunicazione sarà pronto a smascherare i falsi, i tragediatori, gli accattoni, i questuanti di un assessorato, di un incarico, di un posto al Civico consesso, di un sottogoverno, di un qualcosa che li tiene a galla.
Buon lavoro, Sindaco!