Era il 27 gennaio e qualcuno, solo qualcuno, nelle televisioni nazionali cominciava a parlare di questo corona, di virus influenzale e poi di coronavirus.
Ricevo una telefonata dall’ex candidato al Consiglio comunale di Agrigento Gerlando Piparo; mi dice: “Direttore, sono un po’ preoccupato…”
Di cosa rispondo? E lui: “Non so perché ma questo virus che sembra avere una partenza accelerata mi mette in ansia”.
Rimango qualche secondo in silenzio e lui mi dice. “Direttore, perché stai in silenzio? Rispondo tra il serio ed il faceto: “Gerlà, ma di cosa stiamo parlando?”
“Vorrei sottolineare – dice Piparo – attraverso un comunicato – che questa situazione potrebbe espandersi e creare qualche problema alla collettività. Fra un po’ ti invio un comunicato e decidi tu cosa fare”.
Chiudo il cellulare e rifletto. Prendo sottogamba le parole di Gerlando. Cerco di distrarmi per fare altro. Nel pomeriggio mi tornano in mente quelle parole, nel frattempo ricevo il comunicato che sottolinea, sostanzialmente, una Sicilia non particolarmente preparata ad effettuare una eventuale emergenza epidemica.
Rifletto e, dopo due giorni, pubblico il suo comunicato. Apriti cielo! Sia Piparo che il sottoscritto riceviamo diverse critiche per quella sorta di procurato allarme che sarebbe scaturito dalla pubblicazione di quel comunicato.
Oggi, 12 marzo, ci troviamo in una situazione che tutti stiamo vivendo e tutti conosciamo…