Sui muri della pizzeria, Ulbrich aveva appeso la celebre foto che ritrae insieme i due giudici assassinati 30 anni fa, e accanto aveva messo l’immagine di don Vito Corleone, del celebre film «Il Padrino», il tutto accompagnato dalla riproduzione di fori di proiettili. Una indegna trovata pubblicitaria che per fortuna i giudici hanno impedito che si ripetesse. scelta che non era piaciuta a Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia e presidente della Fondazione che porta il nome del magistrato, che aveva fatto ricorso per inibire al commerciante l’uso del nome di Falcone.
Ma in primo grado l’istanza era stata respinta perché, aveva scritto il tribunale, “Falcone ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria”.
Il tribunale sosteneva inoltre che, essendo passati 30 anni dalla morte di Falcone, il tema della lotta alla mafia non era più così sentito tra i cittadini. I giudici di appello hanno però, successivamente, ribaltato la sentenza di primo grado e hanno accolto il ricorso presentato dalla professoressa Falcone.