Giovanni Salamone ha tentato il suoicidio in carcere. Salvato dai baschi blu

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Ha aspettato che il compagno di cella uscisse dalla stessa per tentare il suicidio.

Giovanni Salamone, l’assassino della moglie Patrizia, ha cercato di farla finita realizzando un cappio rudimentale con un lenzuolo; e quando era già a buon punto della sua ultima volontà, gli agenti penitenziari, accortisi del gesto, sono subito intervenuti ed hanno salvato la vita a Salamone. Il tutto è avvenuto all’interno del carcere Cantiello e Gaeta di Alessandria, in Piemonte.

“È assurdo, la prima persona a dover essere informata avrei dovuto essere io o il mio collega, per poi avvertire la famiglia. Invece ho appreso la notizia dai media. Lo stesso giudice nell’ordinanza aveva chiesto che Salamone fosse tenuto sotto controllo, vista la sua condizione di forte disagio. Questa, purtroppo, invece, è la situazione delle nostre carceri”.

Sono le parole di Elisabetta Angeleri, avvocata che difende Salamone, in pool con Gianfranco Foglino. “Non sono riuscita ad avere informazioni certe, perché – prosegue Angeleri – l’agente di polizia penitenziaria con cui ho parlato ha continuato a ripetermi che non c’è il direttore e che di certe cose non si può parlare al telefono. Non mi è stato neanche confermato il ricovero in Psichiatria” e riferisce di essersi sentita dire: “Il suo cliente sta bene, venga domani per il colloquio. Nessuna informazione in più e nello specifico – sottolinea la legale – su quanto accaduto al mio cliente”.

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