La Commissione Ambiente all’Ars approva il Piano regionale dei rifiuti redatto da Pierobon. Voto contrario dei Cinquestelle. Contraria anche Legambiente con Zanna.
Dopo la Giunta Musumeci e il Comitato tecnico scientifico, anche la Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale siciliana, presieduta da Giusi Savarino, ha appena approvato il Piano regionale dei rifiuti redatto dall’assessore regionale ai Servizi primari, Alberto Pierobon. Il semaforo è stato verde da parte di tutti i componenti della Commissione. Il rosso, con voto contrario, lo hanno invece acceso i deputati del Movimento 5 Stelle, in assenza dei componenti del Partito democratico e di Attiva Sicilia. Il documento, che autorizza i termovalorizzatori rimettendone però la scelta ai territori locali, è infatti ritenuto insufficiente e contraddittorio dalle opposizioni. Ad esempio, il responsabile nazionale Ambiente dei Cinquestelle, Gianpiero Trizzino, replica: “Il Piano fornisce un quadro generale della situazione impiantistica, senza mai individuare concretamente quali siano gli impianti necessari da realizzare tenuto conto del reale fabbisogno. L’attuale situazione emergenziale, quindi, non può essere superata per mezzo di un piano che, paradossalmente, non contiene alcuna pianificazione impiantistica”. Ed ancora: in occasione dell’audizione innanzi alla stessa Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale, il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, ha ribadito il giudizio negativo sulla proposta di Piano per la gestione dei rifiuti urbani presentata dal Governo regionale. Le parole di Zanna: “E’ un piano parziale, superato dalle normative e senza l’indispensabile programmazione. Siamo molto delusi, ci aspettavamo dopo 20 anni di più e meglio, qualcosa di serio e concreto. Sarà questa un’altra occasione persa per la Sicilia, altro tempo inutilmente perso per arrivare alla gestione virtuosa dei rifiuti. Siamo allo stesso tempo amareggiati e delusi, perché non si riesce, ancora una volta, a trasformare i nostri atavici ritardi in una nuova opportunità, imparando magari da quelli che hanno fatto bene o cominciando ad applicare le innovative riforme e norme in materia di gestione di rifiuti. Invece di avere un Piano per l’economia circolare, abbiamo un Piano stralcio che si occupa solo di rifiuti urbani: questo non è il Piano dei rifiuti, non parla di quelli speciali e non prevede nulla per le bonifiche, solo per fare degli esempi. È vecchio almeno di 3 anni, visto che i pochi dati, gli scenari e le previsioni contenute sono del 2018; è totalmente assente la programmazione; non individua gli ambiti territoriali ottimali per la gestione; non dice una parola sulla necessità di ridurre la produzione di rifiuti; non dice nulla su quali impianti servono e dove realizzarli. Anzi, esprime una non spiegata preferenza per gli impianti di compostaggio tradizionali, mentre la vera soluzione sono quelli di digestione anaerobica che ci aiuterebbero a de-carbonizzare la Sicilia. Peccato, dovremmo aspettare ancora, mentre i rifiuti resteranno per strada o portati sempre in discarica, mentre è dal 2015 che dovremmo essere al 65% di raccolta differenziata”, ha concluso Zanna.
Pietro Tornabene
14 DICEMBRE 2020
In ordine agli interventi del rappresentante dei Cinque Stelle e del presidente regionale di Legambiente va osservato che per quanto riguarda il primo va detto che non necessariamente occorre quantificare il numero degli impianti di recupero, quali sono i termovalorizzatori, bensì la qualità di essi. Infatti non interessa la offerta numerica che, anzi,, favorirebbe la concorrenza sul prezzo dei rifiuti trattati, e quindi, avrebbe effetti benefici sulla tariffa, ma la garanzia di avere la migliore soluzione tecnologica possibile come infatti recita il Codice dell’ambiente.
Riguardo invece a quanto espresso dall’ambientalista appare quanto mai bizzarra la improvvisa impennata di attenzione dopo tanto e tanto silenzio sullo smaltimento in discarica fino ad ora unica pratica per altro giustificata con un nugolo di ordinanze regionali ex art. 191 del Codice che, come è noto, sono state anche travolte dal TAR Palermo con una sentenza del 2017 MAI impugnata in appello. Desta pertanto profonda meraviglia questa improvvisa quanto improvvida levata di scudi per delle soluzioni tecniche certamente molto più idonee al tempo in cui viviamo. Basta constatare che quasi tutte le città settentrionali utilizzano già da tempo queste soluzioni e non mi pare che vi siano state le crisi “immondezzaie” che si sono verificate e si verificano ancora nella nostra bella Sicilia.