Guardia giurata agrigentina sarà riassunta in servizio

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La Prefettura di Agrigento nel mese di luglio 2022 adottava nei confronti del sig. P.P. residente a Cattolica Eraclea, dipendente di un Istituto di vigilanza quale guardia giurata, un provvedimento di divieto di detenzione armi e munizioni, che ne impediva lo svolgimento dell’attività lavorativa, mettendo conseguentemente a rischio il posto di lavoro.
Il gravoso provvedimento veniva adottato dalla Prefettura di Agrigento secondo cui il sig. P.P. non avrebbe più offerto il dovuto affidamento in relazione alla particolare natura delle autorizzazioni in materia di armi in ragione di una denuncia formulata a suo carico, in quanto ritenuto responsabile del delitto previsto e punito dagli artt. 110 e 424 c.p. (danneggiamento in concorso seguito da incendio).
Tuttavia, dopo qualche mese, il P.M. riteneva che nel caso di specie, la condotta ascritta (consistita nell’aver appiccato il fuoco a una lavatrice e ad altro mobilio, conservato presso il cortile dell’abitazione della persona offesa, con la propagazione accidentale delle fiamme alla tettoia ove erano conservati i suddetti beni) non integrava fattispecie di reato e richiedeva l’archiviazione del procedimento, che veniva successivamente disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Agrigento.
In ragione dell’insussistenza dei presupposti che avevano indotto la Prefettura di Agrigento ad adottare il gravosissimo provvedimento a carico della guardia giurata, quest’ultima, richiedeva il riesame del provvedimento di divieto di detenzione di armi e, successivamente, stante il rigetto della richiesta di riesame, instaurava un contenzioso innanzi al competente Giudice Amministrativo.
Nel giudizio il sig. P.P., assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, rilevava che l’unico motivo posto a fondamento del divieto di detenzione di armi e munizioni, ovvero la pendenza del suddetto procedimento penale era venuto meno per effetto dell’archiviazione disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Agrigento.
Inoltre gli avvocati Rubino e Piazza evidenziavano che la Prefettura di Agrigento, nel riformulare il giudizio di non affidabilità a carico del proprio assistito, avrebbe dovuto anche prendere in considerazione le gravose conseguenze sul rapporto di lavoro che il divieto di detenzione di armi aveva determinato.
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa, con ordinanza del 15 maggio 2023, condividendo le argomentazioni difensive formulate dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, ha accolto l’appello cautelare proposto ed ha sospeso gli effetti del provvedimento prefettizio di divieto di detenzione di armi e munizioni anche in ragione delle preminenti esigenze lavorative del sig. P.P..

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