L’arresto dei due poliziotti presunti “infedeli” in servizio alla Squadra Mobile di Palermo e dello spacciatore in combutta con loro: le intercettazioni e i dettagli.
Su mandato di cattura spiccato dalla Procura di Palermo e firmato dal Tribunale sono stati arrestati dalla Squadra Mobile due poliziotti in servizio alla Squadra Mobile. Si tratta dei vice sovrintendenti Salvatore Graziano, 56 anni, e Fabrizio Spedale, 54 anni. Un terzo indagato, anche lui trasferito in carcere, è un presunto spacciatore, Ignazio Carollo, 42 anni. A Graziano e Spedale si contestano i reati di spaccio di droga, corruzione, peculato e falso materiale e ideologico. Avrebbero intascato alcuni compensi da Ignazio Carollo, che gli avrebbe regalato anche quattro motocicli, in cambio di rilevazioni su indagini in corso. E, dopo dei sequestri di sostanze stupefacenti, avrebbero consegnato parte della droga a Carollo, per essere venduta dividendo poi insieme i guadagni. E avrebbero falsificato i verbali di distruzione dello stupefacente, simulando in tal modo l’avvenuto smaltimento della merce sequestrata e custodita nei magazzini della Polizia. Come è stato scoperto quanto è stato scoperto?
Il procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Poalo Guido hanno acceso le microspie in un’altra indagine a carico di Crollo che si è vantato di una sua “talpa” nella Polizia. E sono emersi i contatti con i due poliziotti. Ad esempio, nell’ambito delle soffiate su indagini in corso, Ignazio Carollo così si è rivolto a tale Massimo Ferrazzano interessato alle informazioni dei poliziotti: “Io ti faccio parlare con lui, ma io davanti non ci voglio essere, te lo presento, ci parli tu e te la sbrighi tu”. E Ferrazzano gli spiega: “Per sapere se magari i telefoni… per capire giusto se abbiamo i telefoni sotto controllo… se ci hanno messo qualche cosa per capire”. Poi nelle conversazioni intercettate vi sono riferimenti a “cavalli di ritorno”, intendendo così a motocicli rubati e restituiti dietro pagamento di un riscatto. Poi è stato citato un tale “Mirko”, verosimilmente un poliziotto, “che – si ascolta nei dialoghi intercettati – non era più per strada ma ai telefoni”, alludendo probabilmente alle intercettazioni telefoniche. Il “Mirko” sarebbe Fabrizio Spedale, contro il quale a volte si è scagliato verbalmente Carollo, che si è sfogato così: “… quel cornuto fu, quel cornuto questo Fabrizio prima che avvisava di tutte cose e ora non lo sapeva… ora non mi risponde, ci ho mandato un messaggio, non mi risponde. Gli devi dire ‘sei un cristiano senza onore e senza dignità’, quando gli conveniva mi sucavi la m… quando ti conveniva che ti servivano i soldi mi veniva ad informare… vero 200 euro per il motocross… cornuto e sbirro che sei… ti regalavo pure il Ciao”.
Fabrizio Spedale è stato contattato anche dalla madre di Ignazio Carollo: “Buonasera signor Fabrizio sono la madre di Sandro (così lei indica il figlio) … magari se ci possiamo…”. L’incontro è avvenuto in un bar, e poi la madre ha riferito al figlio di avere capito di essere pedinata: “Questi due guardavano, si capiva che erano sbirri si sente la puzza della me… Si sente subito, aveva la 24 ore… mi disse scaricati Telegram”. Fabrizio Spedale avrebbe consigliato alla donna un canale più protetto per le comunicazioni. E il figlio, Ignazio Carollo, ha reagito così: “… io lo consumerei completamente se voglio… lui si spaventa… ha il carbone bagnato… per questo deve avere l’interesse ad aiutarti. Se parlassi io mezza squadra sua si portano. Quanti piccioli gli ho fatto vuscare: un 20, un 15, un 18”.
E poi Carollo ricorda i regali dei motocicli a Spedale: “Una Vespa, uno Ciao, il Booster, lo Zip”. Il nome di Salvatore Graziano emerge anche in altre due occasioni: il 2 dicembre scorso è stato arrestato Christian Mazzone, incastrato da una fonte confidenziale. In un magazzino nella zona di via Pitrè avrebbe nascosto 11 chili di hashish divisi in 118 panetti. Salvatore Graziano fu incaricato di distruggere la droga nell’impianto di una impresa di Carini. Ebbene, la droga non fu distrutta, e fu simulata l’avvenuta distruzione falsificando gli atti. E’ stata inoltre accertata la sparizione di 130 chili di hashish divisi in panetti con il ritratto del volto di “El Chapo”, custoditi, anche da Graziano, nel deposito della Polizia dopo un sequestro. A domanda: “Che ne sai della droga sparita?”, Graziano ha risposto: “Non lo so, io non ero in servizio quel giorno”.
Secondo la Procura di Palermo la droga sarebbe stata restituita a Carollo, che, intercettato, rivela: “… la doveva andare a buttare invece me la ridava a me… mi dava 20.000 euro di droga… sempre così è stato”. Nel corso delle indagini, i colleghi della Squadra Mobile hanno piazzato le telecamere anche nei loro uffici. In un video Graziano e Spedale si scambiano due pizzini. In uno è scritto: “l’ufficio è ambientalizzato”, e nell’altro: “dopo strappala”. E Graziano è filmato mentre, fuori dall’ufficio, getta un foglio di carta in un cassonetto. Spedale gli avrebbe consegnato una relazione di servizio affinché sapesse come difendersi.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)