In bilico le ipotesi del suicidio o dell’annegamento dietro la morte di Gaetano Morreale, il favarese rinvenuto cadavere nelle acque di Ortigia a Siracusa.
A Favara lo hanno conosciuto e benvoluto come “Franco”. All’anagrafe è stato Gaetano Morreale, celibe. E’ morto a 61 anni di età. Lo hanno trovato cadavere nel porto piccolo di Ortigia a Siracusa. Lui è stato molto religioso e osservante, confratello laico nella congregazione dei Padri Vocazionisti, la fondazione di don Giustino impegnata a educare gratuitamente coloro che intendono seguire la propria vocazione di religiosi o sacerdoti. Morreale è stato diretto in Puglia, atteso da altri religiosi dei Padri Vocazionisti, in una loro sede. Durante il viaggio, tappa a Siracusa, poco spiegabile, perché a Siracusa non vi sono sedi dei Vocazionisti. Sarebbe giunto in treno. Infatti ha affittato una camera in un albergo nei pressi della stazione ferroviaria. Poi si è recato a piedi nella zona marina di Ortigia, ovvero il centro storico della città. E poi alcune delle tante persone a passeggio hanno notato il corpo senza vita nelle acque sotto il ponte Umbertino. Allarme.
L’ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un suicidio. In un foglio scritto da Gaetano Morreale e rivenuto sulla banchina del porto vi sono dei riferimenti, più o meno sconclusionati, alla forza purificatrice dell’acqua. Lui è stato recuperato nudo, si sarà spogliato e poi immerso nell’acqua gelida: l’acqua e la purificazione. Invece la morte, per annegamento o ipotermia. Non vi sono tracce di violenza. La Procura Aretusea ha avviato un’inchiesta e ha disposto l’autopsia sulla salma, recuperata dai Vigili del fuoco. Delle indagini si occupano i poliziotti della Squadra Mobile. Sono soprattutto al setaccio i video delle telecamere di sorveglianza sul posto.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)