La Uil di Agrigento invita il Governo regionale a far uscire l’economia siciliana dalle secche della crisi.
In attesa di capire quale impatto avrà la finanziaria nazionale, soprattutto per il Sud e la Sicilia, invitiamo già a inizio anno anche il Governo Regionale finora poco convincente a cambiare step e a concentrarsi sulle vere problematiche dei siciliani.
“Si deve cambiare marcia da subito, la politica regionale e il governo devono fare di più e lo possono fare se innestano la marcia giusta senza giocare a rinvii e soprattutto coinvolgendo le parti sociali.
I dati economici e occupazionali, ancora una volta non crescono, e si vuole come sempre fare cassa sulla pelle dei siciliani aumentando tasse e tagliando servizi al welfare primari.
Se si vuole una programmazione seria di sviluppo e di prospettiva, per la salvaguardia del territorio o la ripartenza delle opere pubbliche, si devono chiudere una serie di pagine che da troppo tempo sono impantanate da pastoie burocratiche e da risorse finanziarie che prima ci sono, poi sono ridotte e poi sono ferme al palo per errori procedurali. Nella provincia agrigentina sognavamo, dopo l’unica notizia positiva della riapertura del Palacongressi, che le strade avessero un percorso positivo, invece il report ha complicato la situazione non solo con la chiusura di altre arterie, ma per le querelle burocratiche-amministrative e giudiziarie che vedono in un imbuto la situazione delle statali Palermo-Agrigento e della ss. 640 Agrigento-Caltanissetta.
E dobbiamo ancora registrare: ritardi su ritardi per gli agricoltori, tra alluvioni e gelate, ed il rischio di default di imprenditori e quindi licenziamenti se non si sbloccheranno gli aiuti del governo nazionale, per un settore che è fondamentale per la nostra economia territoriale.
Sulla definitiva chiusura della pagina del precariato degli enti locali, delle Asp, della regione e delle province, ci sono tutte le condizioni per potere definire positivamente il percorso, ma ci sono situazioni molto differenti da Comune a Comune che devono essere chiarite con una partecipazione dei soggetti istituzionali interessati, per intervenire dove si è rimasti indietro.
Noi non pensiamo che la risoluzione di tutti i problemi sia una finanziaria leggera, approvata a gennaio o a febbraio, ma un’azione di governo che finalmente guardi alle problematiche non più per rimandare e spostare le cose di anno in anno, ma per intervenire in maniera mirata e risolutiva.
Nessuno pensi che i siciliani possano ripartire in avanti solo con il reddito di cittadinanza e quota 100, qui nel sud deve ripartire in blocco l’economia: agricoltura, turismo e servizi sono il nostro traino e le istituzioni devono favorire l’iniziativa privata e giovanile, calando e assecondando le richieste di questi soggetti con aiuti veri e proficui per creare un circuito virtuoso e sano.
Perché è necessario che il cittadino sia tutelato e supportato ad esprimere le proprie capacità e lo spirito di iniziativa imprenditoriale, avendo in primis servizi e diritti che negli ultimi anni sono scemati, per la noncuranza e il presappochismo da parte di chi ha governato fuori dal mondo e slegato con il tessuto produttivo siciliano perché interessato ad altri obiettivi.”