Il guardiano del faro

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Giuseppe Maurizio Piscopo

Non dimenticherò mai la prima volta che vidi un faro. E’ stato quando avevo cinque o sei anni . Ho spalancato gli occhi per la meraviglia. (Sergio Bamboren)

Il faro è considerato una delle 7 meraviglie del mondo antico. Nel secolo scorso il lavoro del guardiano del faro era considerato un mestiere duro.

Il faro conserva sempre un fascino intramontabile e viene definito la sentinella del mare. Il fascio di luce buca il buio. E’ sempre servito a guidare i naviganti ed ha scandito l’inizio e la fine della notte. Ormai i guardiani  stanno scomparendo, il loro lavoro è avvolto da un alone di mistero e da un romantico sogno. Nella letteratura  il guardiano del faro è considerato l’uomo solitario, che vive nella sua torre si prende cura di questo magico oggetto, accende la lanterna al tramonto e la spegne all’alba. E’ una persona generosa che spesso salva vite umane. A piazza Marinella a San Vito Lo Capo incontriamo Gaspare Randazzo di 63 anni, un personaggio che ha vissuto sempre a contatto con il mare e con il faro, che illumina questo luogo incantato e ricco di storia.

Randazzo da oltre 40 anni è il guardiano del faro di San Vito. Ci conosciamo da 20 anni, da quando ho messo piede in questa terra ricca di storia e di mistero. E’ stata la prima persona che ho incontrato, la prima persona che mi ha accolto.  Qualche volta sono andato a trovarlo. A Gaspare poniamo alcune domande per conoscerlo meglio e per conoscere da vicino il suo mondo.

A che età ha iniziato a occuparsi del faro?

Ho iniziato a 23 anni. Ho fatto un concorso pubblico per titoli ed esami. L’ho vinto. La mia prima destinazione è stata Favignana, perché il posto libero nel 1980 era lì. Successivamente, sono stato trasferito a Ustica per altri 5 anni. E poi da circa 30 anni sono rimasto qui al faro di San Vito.

Quando è stato costruito questo faro?

L’hanno costruito i borboni nel 1859. Nel ’60 hanno messo la prima luce che era  ancora con lo stoppino, con l’olio, all’antica. Poi negli anni successivi si sono ammodernati e sono passati  prima al gas e poi al petrolio. Infine, negli anni ’50 l’hanno elettrificato ed hanno messo la lampada incandescente. Questo faro ha il potente corno antinebbia.

Qual è la funzione di un faro in un porto?

Il faro è  un punto di riferimento. Fa parte della segnaletica marittima mondiale, nel senso che come esiste la segnaletica stradale c’è anche quella marittima, per cui tutti i naviganti devono sottostare a queste regole se non vogliono incontrare brutte sorprese nei loro viaggi per mare. Il faro di San Vito ha una sua caratteristica personale ed unica: ha un lampeggio di 5 secondi, gli altri fari hanno un periodo diverso, può essere composto o semplice. Questa è una caratteristica semplice perché ripetitiva, ogni 5 secondi si vedrà questo puntino luminoso che si accende e si spegne. Ha 4,8 di buio e 0,2 di luce.

Se all’improvviso il faro si dovesse spegnere, cosa succederebbe?

Noi siamo entrati nella moderna tecnologia e siamo collegati direttamente con il cellulare. Qualsiasi avaria  che succede al faro viene segnalata con un messaggio al nostro cellulare, e noi in qualsiasi posto ci troviamo e in qualsiasi momento sappiamo se il faro funziona oppure no. In ogni caso, anche se dovessimo essere lontani, entrano in funzione gli impianti di emergenza che sono dei fari più piccoli che hanno una portata luminosa minore rispetto al faro. Quello di San Vito ha una portata luminosa di 25 miglia, mentre l’impianto di emergenza ha 12 miglia, ma dà sempre il punto di riferimento.

Lei dorme all’interno del faro?

Si. Da 40 anni.

Come si vive?

Da papa. Desidero precisare,che  nella vita avrei voluto fare il vigile del fuoco come mio fratello che era ispettore a Palermo, ma in quel periodo concorsi non ne sono usciti. Ho fatto questo, l’ho vinto ed ho preferito il mare piuttosto che il fuoco.

 E’ vero che chi vive a contatto con il faro riflette a lungo e vive nella solitudine e può rimanere da solo per lungo tempo senza parlare con anima viva, soprattutto d’inverno quando ci sono le brutte giornate… Lei cosa prova?

La solitudine è una cosa interna che ognuno ha. Personalmente, non ho mai sofferto di solitudine. Sono sposato, ho tre figli che vivono con me all’interno del faro e proprio di solitudine non ne so parlare, non so nemmeno cosa sia!

Sui fari sono stati scritti centinaia di libri, sono stati realizzati dei film,  qualcuno di indagine e  qualcuno  horror,  qualcuno di paura, come “Assassinio nel faro”, “Il fantasma del faro”…

Si lo so. Infatti, nella fantasia popolare il faro continua ad  avere sempre il suo fascino. Nell’arco degli anni sono  stati realizzati parecchi film, sia dentro che all’esterno del faro, film che raccontano il mare in tempesta, vento fortissimo ed altre storie di naufragi.

Nel mondo, soprattutto in America, ma anche in Europa e da alcuni anni anche in Italia ci sono dei fari che vengono utilizzati come bed and breakfast, come luoghi dove la gente può dormire, pranzare e vivere grandi emozioni… Che ne pensa?

Penso che sia una bella esperienza. La Marina Militare a questo proposito è parte integrante del progetto, attivo dal 2015 denominato Valore Paese Italia” sviluppato dal Ministero dei beni culturali e del turismo (Mibact) insieme all’Agenzia del demanio e Difesa Servizi teso alla valorizzazione delle strutture dei fari attraverso lo strumento della “concessione” a terzi. Ovviamente la concessione interessa il parco alloggiativo e le relative pertinenze ad esclusione della torre faro e della sorgente luminosa, la cui gestione resta in capo alla marina militare.

Il faro è un luogo militare?

E’ strettamente militare. La Marina militare è infatti responsabile dal 1911, attraverso il Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo, del corretto funzionamento degli ausili alla navigazione rappresentati da boe luminose, mede, fanali e fari. L’attività s’inserisce tra i compiti istituzionali della Marina Militare che mette a disposizione della collettività la sua professionalità, il suo personale e i suoi mezzi per garantire la sicurezza della navigazione in ingresso e in uscita dai porti italiani. Oggi, questo compito, affidato alla Forza Armata, è assolto attraverso la Direzione Fari e Segnalamenti del Comando Logistico la quale, tramite i Comandi Zona Fari e l’Ufficio Tecnico dei fari di La Spezia, è responsabile dell’efficienza dei fari e dei segnalamenti marittimi distribuiti lungo i quasi 8.000 Km di coste italiane, isole comprese. Noi siamo l’anello finale, ma fondamentale, di questa lunga catena che assicura l’efficienza del segnalamento luminoso.

Mi può dire qualche curiosità sul faro di San Vito?

E’ successo di tutto. Hanno girato film, alcune barche a vela sono andate diritte diritte sopra il faro,  hanno preso gli scogli e sono affondate. Sono venuti molti turisti per visitarlo.

So che i bambini sono venuti a visitarlo e sono rimasti entusiasti…

A visitare il faro sono venuti bambini delle scuole medie, elementari e anche delle scuole superiori, sempre muniti di autorizzazione ed erano veramente felici di scoprire questo mondo!

Quanti fari ci sono in Italia

Ve ne sono 161.

E in Sicilia?

In Sicilia sono 36. Poi ci sono i fanali che sono dei fari più piccoli e sono fari d’atterraggio, fari di costiera ed indicano la vicinanza della costa. I fari d’atterraggio a lunga distanza  fino a una distanza di 25 trenta miglia sono visibili in mezzo ala mare.

Ha mai soccorso dei migranti dopo aver ricevuto un S.O.S.?

Personalmente no. Qualche intervento però l’ho dovuto fare. Un navigante nei paraggi mi è venuto a trovare stanco morto, era sfinito, non riusciva più a trovare l’amico con il gommone, mi  ha chiesto aiuto, mi ha chiesto di essere accompagnato in paese alla guardia medica perché stava male.

Può descrivermi un faro dall’interno?

All’interno di un faro ci sono gli alloggi ad uso per i guardiani, c’è una stanza per l’ufficio, un magazzino,  una stanza per il gruppo elettrogeno. In caso di blackout  azioniamo il gruppo elettrogeno in grado di alimentare in emergenza il segnalamento.

Quando andrà in pensione?

Presumo fra due o tre anni. Ne ho 63, sono al limite. Ho 40 anni di servizio, quindi altri tre anni presumo ancora di farli.

Quando andrà in pensione le mancherà il faro?

Penso di si. Come i miei colleghi che sono andati via prima di me, anch’io farò la stessa strada, ne sono convinto.

Come trascorre una giornata all’interno del faro se c’è mare mosso, pioggia, lampi e tuoni?

Il lavoro è vario. Non c’è solamente da cambiare la lampada, il lavoro di un faro consiste nella manutenzione, controllare gli impianti di emergenza, controllare le batterie che funzionano esclusivamente quando si attivano gli impianti di emergenza con esclusione della rete elettrica. Poi ci sono lavori d’ufficio, richieste di materiale, installazione e quant’altro. Oltre al faro di San Vito ho altri fari in gestione.

Fino al 1994 l’assunzione del personale farista avveniva attraverso concorsi. In seguito si è proceduto unicamente con concorsi interni all’Amministrazione attraverso la riqualificazione di personale civile della Difesa che inoltra apposita domanda per essere qualificato “Guardiano del Faro” oggi denominato “Assistente Tecnico Nautico” (ATN) in quanto figura professionale in possesso di competenze tecniche molto superiori a quelle necessarie in passato. Gli aspiranti ATN faristi dovranno quindi superare un corso di abilitazione che viene svolto periodicamente, secondo necessità.

Si è mai sposato qualcuno all’interno del faro di San Vito?

No, per la ragione che è una zona militare e quindi non è possibile avere queste autorizzazioni. Da quando ci sono io, fino adesso non si è sposato nessuno.

Desidero concludere questo articolo segnalando alcuni titoli di libri sul faro da consigliare ai bambini che amano molto le storie di mare.

 Curiosità

“I guardiani del faro”, “Ritorno al faro”, “Fari del mondo”, “Faro libro da colorare”, “Quaderno dei fari”, “L’isola del tesoro”, “Fari e i guardiani del mare”, “Dormire in un faro”, “Racconti di fari”, “I fari tra storia e leggenda”, “La danza infinita del faro”, “Al faro”, “Il libro delle case straordinarie”…

Un ringraziamento al Capitano di fregata Bruno Francesco De Luca per la preziosa collaborazione e all’Ufficio P.I. dello Stato Maggiore della Marina.

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