Il M° Paolo Tagliaferri, il suo concerto del 19 gennaio con il “Cor ad Cor Vocal Ensemble”, le sue passioni e il suo essenziale “microcosmo” – INTERVISTA

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Il Maestro Paolo Tagliaferri, organista e direttore di coro, già ospite del nostro giornale nel 2023 (leggi qui) torna per raccontarci le nuove tappe del suo bellissimo mestiere di musicista. 

Maestro, come sono stati questi due anni di “24 ore di vita gratis”, così come Lei ama dire riferendosi alla bellezza dell’esistenza?

P: Debbo dire che sono stati anni due molto intensi! Nell’ottobre del 2023 ho fondato un gruppo vocale, il “Cor ad Cor Vocal Ensemble”; l’ho creato dopo aver fatto il concerto per gli 80 anni dei Maestri Liberto e Miserachs, in un certo senso mi è stato “imposto” dalla coscienza per portare avanti la musica sacra di questi due grandi compositori contemporanei a cui debbo tantissimo. Dallo scorso aprile sono l’Organista della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio e per finire…sono al secondo anno di docenza! Insegno Musica presso l’Istituto Marymount ed esattamente da un anno insegno organo e direzione corale all’Almo Collegio Capranica. Sono due ambienti particolari ed unici nel loro genere, sotto diversi aspetti mi ricordano molto quello che ho vissuto da bambino nella Schola Puerorum della Cappella Sistina. Insomma, (sorride, ndr) continuo a non potermi lamentare di nulla!

Il concerto che porterà nel cuore dell’anno appena trascorso penso sia quello realizzato per il centenario della morte di Gabriel Fauré, uno dei più grandi musicisti dell’inizio del 1900. Ce lo racconta? Sia in fatto di difficoltà che di emozione.

P: Con il coro polifonico “Canticorum Jubilo” siamo soliti fare un concerto a giugno in cui omaggiamo un autore e ci avvaliamo della collaborazione di gruppi strumentali, archi od ottoni, in base alle necessità. Lo scorso giugno abbiamo omaggiato Fauré con il suo celebre Requiem ed altri due suoi brani. Direi che la mia difficoltà principale è stata proprio il discorso emotivo: ho vissuto il concerto in maniera molto spirituale; l’ho voluto dedicare a Claudio Adrian Menéndez, mio indimenticabile Maestro di pianoforte negli anni in cui cantavo nella “Sistina”. È stato proprio nella sua memoria che ho diretto il Requiem, augurandogli in un certo senso “buon riposo”.

Come sono le giornate di un musicista che deve preservare quello spazio così delicato che è il mondo della musica vera, in un mondo di musica usa e getta? La sua musica non è fatta ovviamente per Spotify, chi vuole ascoltarla deve venire nelle Chiese. Come ci si salva da questa frenesia che ci porta sempre più lontani dal senso vero della musica?

P: Questa “frenesia” l’ho sempre esorcizzata con l’ironia, penso che il senso dell’umorismo sia davvero il miglior antibiotico all’esistenza, è davvero l’unica cosa che ci salva! Certo, ridere di ciò che ci spaventa non è facile, ma ci permette di essere un pochino più intelligenti nei confronti di ciò che ci circonda! Nella musica commerciale di oggi piú che di frenesia, parlerei di “schizzofonia”, nella musica leggera non ci sono piú le belle voci di una volta e la musica popolare da che era di un certo livello grazie a belle canzoni con belle melodie è diventata un sottoprodotto con motivetti semplici su giri di accordi banali. Per quanto riguarda Spotify, non ho nulla contro le piattaforme digitali, in fondo ci rendono facilmente fruibili tante cose! Esco sempre con le airpods nelle orecchie; addirittura a casa lascio sempre accesa la cassa perché mi piace essere accolto dalla musica. Le mie giornate sono piene di musica e relazioni, con momenti di meditazione e riflessione; direi che ho il mio è un “microcosmo” molto essenziale!

Il prossimo 19 gennaio sará in concerto con il “Cor ad Cor Vocal Ensemble” presso l’Almo Collegio Capranica. Che concerto sarà e cosa avrà di particolare?

P: Quello “di Sant’Agnese” è un concerto che si tiene al Collegio Capranica ogni anno in vista della Festa di Sant’Agnese, patrona del Collegio. Per chi fa musica sacra, si tratta di un vero e proprio “evento” in quanto è un concerto esclusivo ed aperto a tutti i capranicensi che vengono da tutta Italia apposta per festeggiare la loro patrona. Sono onorato che il “Cœtus consultorum” del Collegio (un gruppo di consultori formato da alunni che regolarmente s’incontrano con il Rettore e gli altri superiori, ndr) abbia accettato la mia proposta, con il “Cor ad Vor Vocal Ensemble” faremo un programma diviso in tre parti: dei brani sul martirio, un intermezzo “agnetino” e dei brani eucaristici. È un concerto a cui tengo tanto, ho molta considerazione del Collegio, ho amici capranicensi a cui sono molto legato e che sono importantissimi per me.

Maestro, com’è Roma in questo periodo? Ha qualche suggerimento per chi volesse venire da fuori città per visitarla?

P: Roma è…Roma! (ride, ndr) È una città affascinante grazie alla sua luce arancione e a mio avviso anche grazie a quel cinismo tipicamente romano di chi vive con disimpegno riuscendo a scherzare su qualsiasi cosa. È una città molto bella, ma anche molto difficile, soprattutto per noi residenti. In quest’anno giubilare, poi, sono previsti migliaia di pellegrini in arrivo e quello che ci auguriamo tutti è che la città sia pronta per accoglierli nel modo più dignitoso possibile senza andare in tilt. Il consiglio per chi viene da fuori è quello di girare per il centro storico senza Google Maps, perdersi per le vie e le strade di rione Monti risulta sempre magico!

So che ama viaggiare. C’è una meta che in questo 2025 proverà a raggiungere? 

P: Quest’anno vorrei andare a Sidney, in Australia! Mi piacerebbe poi tornare in India, ci manco dal novembre 2019 e debbo dire che è una meta che ogni tanto “mi serve”.

A cos’altro sta lavorando? Qualche anteprima possiamo averla? 

P: Al momento sono molto preso dal concerto del 19 al Capranica; comunque con il coro polifonico “Canticorum Jubilo”, oltre all’annuale meditazione quaresimale (un concerto con brani alternati a letture sulla Passione di Gesú Cristo, ndr) stiamo preparando un concerto omaggio a Giovanni Pierluigi da Palestrina, il “Principe della Musica”, nel cinquecentesimo anno dalla nascita! Ho cominciato a cantre Palestrina a nove anni, è stato il mio primo incontro con la musica sacra…e, come si dice, il primo amore non si scorda mai!

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