Il presidente Nello Musumeci svela contorni più definiti sul nuovo soggetto politico del centrodestra in Sicilia. L’agenda degli impegni e la nomina dei due assessori mancanti.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, non coltiva ambizioni da statista né, quanto meno, da leader o da promotore di un partito nazionale. Il suo progetto, del nuovo soggetto politico del centrodestra, e, più modestamente, il “partito della Regione”, ovvero della Sicilia. E lo stesso Musumeci spiega: “Il nostro è un movimento che comprende diverse anime: i socialisti, gli ex democristiani, qualche post-comunista e chi come me viene da destra, ma tutti siamo uniti dalla voglia di riaccendere la speranza in chi ha smesso di credere nella politica, la buona politica che è quella capace di costruire il futuro della nostra società. Vogliamo estendere questa nostra ragione sociale realizzando un vero e proprio “partito della Regione” capace di rappresentare il Sud con un progetto che solo il centrodestra è in grado di sviluppare, visto che è già maggioranza morale nel Paese”. Nello Musumeci si è più volte rivolto a Matteo Salvini invitandolo a staccare la spina al Movimento 5 Stelle. E adesso ribadisce: “La coalizione che ha vinto in Sicilia, oltre a innescare la rimonta in tutta la nazione, è la dimostrazione plastica che un centrodestra unito può vincere e convincere. E’ in grado di fronteggiare la macchina dell’odio e della rassegnazione messa in azione da chi ha sempre bisogno di un nemico e tanto sale da gettare sulle ferite della gente. Lo ripeto, noi vogliano definire un progetto per la Sicilia e per il Sud, che parli alla gente con il linguaggio della speranza e del coraggio. Ed è il Sud la vera sfida per il futuro governo dell’Italia: da un vero progetto economico e sociale dipende anche la crescita economica di tutta la Nazione. Se il Sud è debole, è debole l’Italia”. Poi Musumeci si sofferma sui prossimi impegni in agenda, e sulla ricomposizione della giunta. E prospetta: “In settimana presenteremo il Report sui primi sei mesi del 2019. Per me tutto si misura, in questa fase, in risorse impegnate e cantieri aperti. Abbiamo lavorato incessantemente e i risultati iniziano a vedersi: gare d’appalto, assegnazione delle opere e apertura di cantieri. Per me esiste solo questo”. E poi, sul rimpasto: “Ripeto ancora una volta: nessuno potrà mai chiedermi di fare come il mio predecessore che cambiava assessori ogni tre mesi. Non serve alla Sicilia, non serve al buon governo. La maggior parte dei colleghi di giunta sono alla prima esperienza: hanno iniziato a trovare il giusto ritmo e, completata la programmazione, stanno lavorando con impegno. Ho detto che sarebbe stato un ritocco alla squadra e non una rivisitazione del governo. Così sarà”.