A fronte delle polemiche insorte sulla Sicilia “blindata” e sui rientri nell’Isola, soprattutto in riferimento ai ricongiungimenti familiari, il presidente della Regione spezza alcune catene della blindatura. Nello Musumeci prospetta: “Adesso allarghiamo un po’. Possono rientrare anche coloro che si vogliono ricongiungere con le proprie famiglie. E per farlo devono rispettare le solite regole, cioè la verifica al momento dello sbarco e poi la quarantena” – sottolinea il governatore, che poi ricorda, come monito: “Abbiamo ricevuto tante richieste di cittadini che intendono ricongiungersi con la famiglia. Ma quando ai primi di marzo ci fu il primo grande esodo dal Nord verso il Sud, quando arrivarono oltre 47 mila persone, abbiamo trovato centinaia di positivi asintomatici tra loro. Ecco perché ora serve un rientro molto scaglionato, solo per necessità”. E dunque, nell’ambito del “sì condizionato” ai rientri in Sicilia, Musumeci si è rivolto al ministero dei Trasporti invocando un potenziamento delle corse, severamente limitate da marzo in poi a seguito dell’esplosione della pandemia.
E il presidente spiega: “Abbiamo chiesto al ministero dei Trasporti di portare i voli da Roma per Palermo e Catania da 2 a 4, sperando che l’Alitalia non si abbandoni a speculazioni, perché mi risulta che il costo dei voli negli ultimi giorni sia assolutamente inaccessibile e inaccettabile. Al tempo stesso manteniamo la corsa del treno da Roma a Messina, e per quanto riguarda lo Stretto invece chiediamo di passare dalle attuali 5 corse a 8 corse”.
Poi Musumeci ritiene opportuno rammentare che, in ragione dello stato di necessità, i rientri in Sicilia non sono stati mai bloccati, e precisa: “Un blocco per i casi di necessità non c’è mai stato. Neanche nei gravi momenti di crisi, sia gli ordinamenti nazionali che quelli nostri hanno sempre consentito l’ingresso alle forze dell’ordine, alle forze armate, al personale sanitario, e per gravi motivi personali, sanitari o di famiglia. Quindi un blocco totale non c’è mai stato”.
Poi, dopo la rottura di alcune catene, il presidente della Regione rinsalda la blindatura intorno alle “fase 2” appena avviata, e raccomanda: “Nessuno deve pensare che la fase 2 sia un ‘liberi tutti’, stiamo attenti. Il dato di tre regioni deve farvi riflettere. Veneto, Lombardia e Piemonte assieme hanno 60.000 positivi in questo momento. La Sicilia, regione particolarmente popolosa, ne ha 2.200. Ecco, noi vorremmo che questo dato possa scendere man mano che passano i giorni. Guai a dover registrare una nuova impennata”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)