Il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ritiene infondato l’allarme immigrazione lanciato dal presidente della Regione. La replica di Musumeci.
Dunque, a fronte della recrudescenza dei flussi di migranti verso la Sicilia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha appena lanciato un appello al premier, Mario Draghi, affinchè sia dichiarato lo stato di emergenza sbarchi nell’isola. In sintesi, le parole di Musumeci sono state: “Le politiche nazionali non riescono a bloccare questo criminale commercio di carne umana. I viaggi dei ministri degli Esteri e dell’Interno sull’altra sponda del Mediterraneo non stanno raggiungendo gli obiettivi sperati. E l’Europa guarda complice e silente. Serve un gesto forte che ci consenta di adottare misure di compensazione finalmente adeguate, e che dia un messaggio chiaro a chi, a Bruxelles, fa di tutto per non assumersi responsabilità”. Ebbene, il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha replicato a Nello Musumeci sminuendo, o ritenendolo infondato, l’allarme da lui sollevato. E lei è intervenuta così: “L’emergenza ci sarebbe se restassero tutti in Sicilia. Cosa che non avviene perché, dopo il periodo di quarantena sulle navi, gli immigrati sono distribuiti sul territorio. La scelta di predisporre delle navi per i controlli sanitari è stata positiva. Ad ogni modo, molti degli sbarchi sono autonomi e non possiamo fermarli. Il problema dell’immigrazione è molto complesso. Il contrasto via mare è un po’ diverso da quello via terra, perché ci sono poche soluzioni che possano essere adottate”. E poi il ministro Lamorgese ha annunciato che il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che tradizionalmente si riunisce a Ferragosto giorno 15, non a caso si svolgerà in Sicilia”. Immediata è stata la reazione del presidente della Regione, che ha controbattuto: “Secondo il ministro Lamorgese in Sicilia non c’è emergenza perché i migranti che arrivano sono poi trasferiti fuori dall’Isola, dopo la quarantena fatta su quelle navi che, va ricordato, lo scorso anno proprio io ho proposto di approntare. A differenza del ministro, continuo a ritenere necessaria la dichiarazione dello stato di emergenza perché la condizione è questa, di emergenza. E non per una mia suggestione, ma per il numero complessivo dei migranti sbarcati, per la condizione sanitaria determinata dal covid, per la gestione pre e post quarantena degli arrivi, e per l’impatto che esercita sul tessuto socio-economico”. E poi Musumeci ha aggiunto: “Dichiarare lo stato di emergenza non è una richiesta ideologica o improntata a uno scontro tra Stato e Regione, ma vuol dire semplicemente prendere atto della realtà e provare a dare un segnale forte, soprattutto a quel sistema di Istituzioni europee che non riesce e non vuole affrontare in modo compatto e autorevole il rapporto con il Sud del mondo”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)