“Mancante equilibrio tra entrate e uscite”: il governo Draghi impugna le variazioni di bilancio approvate dall’Assemblea Regionale. I dettagli.
Alla Regione Siciliana, alla scadenza dell’esercizio provvisorio, non sono stati approvati i documenti contabili prefissati, ovvero la finanziaria, il bilancio e il rendiconto 2019 sul quale poi si attende il giudizio di parifica della Corte dei Conti. La mancata approvazione entro febbraio rischia di incidere negativamente sull’accordo tra Regione e Stato per pagare a rate in 10 anni il disavanzo da 1 miliardo e 700 milioni di euro. Lo stesso accordo, firmato il 14 gennaio scorso, ha imposto alla Sicilia misure di contenimento della spesa, almeno fino a 40 milioni di euro nel 2021. A seguito di tutto ciò, laconico è il commento dell’opposizione, di Giuseppe Lupo e di Antonello Cracolici, del Partito Democratico, che affermano: “Musumeci ha firmato l’autocertificazione della propria incapacità di guidare la Sicilia, a fronte della piena emergenza sanitaria, economica e sociale in corso”. Adesso un’altra tegola si abbatte. Infatti, il governo Draghi ha impugnato le variazioni di bilancio approvate dall’Assemblea Regionale a dicembre. Si tratta della prima impugnativa del nuovo governo. Più nel dettaglio, secondo il governo nazionale, le variazioni di bilancio si pongono in contrasto con il principio dell’annualità del bilancio e conseguentemente dell’articolo 81 della Costituzione in cui si legge che lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio. Per Roma ricorre dunque un problema di costituzionalità perché non risulta rispettato il principio costituzionale dell’annualità di bilancio in termini di equilibrio tra entrate e uscite. Ed ancora Cracolici commenta: “La Regione è nel caos più assoluto. Non c’è ancora il rendiconto, non si sa quant’è il disavanzo da coprire, siamo una Regione quasi da commissariare. E’ come una valanga che sta scivolando dalla montagna e trascina tutto. La famosa finanziaria di guerra è rimasta sulla carta, sono stati distribuiti pochi spiccioli, dopo un anno. E non si vede orizzonte. Già in Assemblea le opposizioni hanno denunciato che non c’erano le coperture per le variazioni di fine dicembre. Erano subordinate all’accordo con lo Stato che è arrivato a gennaio. Ma d’altronde anche sulla legge di riforma degli appalti avevamo detto che si andava verso la bocciatura dello Stato e non perché eravamo cassandre”. Nel frattempo, la nuova finanziaria regionale e il bilancio si apprestano ad iniziare il loro percorso in Commissione Bilancio. E l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, prospetta: “Si tratta di documenti che hanno una dote finanziaria significativa, che superano i 20 miliardi di euro, ed è giusto che siano approvati il prima possibile per liberare risorse per la nostra Sicilia”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)