Imputazione coatta nei confronti della donna che provocò l’incidente mortale del riberese Vincenzo Spagnuolo

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RIBERA. Il Tribunale a Sciacca, sul procedimento penale riguardante l’incidente mortale a Ribera in cui perse la vita l’operatore turistico, nonché fondatore di Discovery Sicilia, Vincenzo Spagnuolo, ha deciso di riaprire il caso nonostante la richiesta di archiviazione del pubblico ministero.

Giesse Risarcimento Danni, una società che si occupa di incidenti stradali, malasanità e infortuni sul lavoro, tramite il legale e il consulente tecnico fiduciari, sarebbe riuscita a far emergere potenziali ma importanti profili di colpa anche a carico dell’automobilista. Il giudice Dino Toscano ha infatti disposto l’imputazione coatta, restituendo gli atti al pm che dovrà ora formulare l’imputazione entro 10 giorni.

“La relazione del nostro consulente, l’ingegnere Nicolò Vassallo è stata fondamentale per riaprire il caso sull’incidente del 29 aprile 2022 – spiega Diego Ferraro, responsabile della sede di Giesse a Canicattì, a cui si è rivolta la famiglia di Vincenzo Spagnuolo –. Intanto, è stato sottolineato (contrariamente a quanto sostenuto nella consulenza tecnica della Procura, che i due veicoli fossero, sin da subito, reciprocamente visibili. Quindi l’automobilista, accortasi della moto che arrivava dalla direzione opposta, non avrebbe dovuto cominciare il sorpasso. Invece ci provò lo stesso, cominciandolo quando ancora si trovava nel tratto di strada con linea di mezzeria continua”.

Un altro punto fondamentale rilevato riguarderebbe il momento dell’impatto che, secondo la pubblica accusa, sarebbe avvenuto durante il rientro dell’auto nella sua corsia di pertinenza.

Scrive, invece, l’ingegner Vassallo: “… è evidente che se la collisione si fosse verificata quando la Citroen C3 si trovava nella fase di rientro in corsia, la Fiat Punto (macchina sorpassata) in un modo o nell’altro sarebbe stata coinvolta nel sinistro e quanto meno avrebbe tamponato la Citroen C3. La conducente, invece, ha avuto tempo e spazio sufficiente per percepire la situazione di pericolo e frenare (…) Da ciò deriva la logica conseguenza che la conducente della Citroen C3 ha ritardato la manovra di rientro a destra oltre il consentito, così contribuendo in modo determinante alla causazione del sinistro”.

L’incidente tra l’auto e la moto avvenne tra una corsia e l’altra, a metà della carreggiata nel tratto della statale 115 tra Ribera e Cattolica Eraclea. Questo dettaglio non è mai stato messo in discussione da nessuno. “Ma – secondo il ctp Vassallo – anche se l’auto si trovava con le ruote di sinistra sulla linea di mezzeria, era in ogni caso con lo specchietto retrovisore esterno e la fiancata sinistra nella corsia opposta”.

Per tutti questi motivi, il giudice ha chiesto un necessario approfondimento che avverrà in sede dibattimentale, evidenziando che “è possibile attribuire dei profili di colpa causalmente rilevanti anche all’automobilista nella causazione del sinistro. Il pubblico ministero dovrà quindi formulare un capo d’imputazione a carico dell’automobilista.

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