La Corte d’Appello di Palermo dichiara non eleggibile il deputato regionale Tony Rizzotto. Subentra Mario Caputo, coinvolto col fratello Salvino nel caso “Caputo senza nome”.
Antonino Rizzotto, conosciuto come Tony Rizzotto, nato a Trapani il 20 luglio 1952, impiegato, è approdato all’Assemblea Regionale Siciliana eletto alle elezioni Regionali del 5 novembre 2017 nella lista “Fratelli d’Italia – Alleanza per la Sicilia – Noi con Salvini” con 4128 voti nel collegio di Palermo. Poi dal 21 dicembre del 2017 al primo luglio del 2019 Rizzotto è stato nel Gruppo Misto. Poi dal 2 luglio scorso Tony Rizzotto ha aderito al gruppo di “Ora Sicilia”.
Adesso il politico trapanese rientra a casa e al suo lavoro perché la Corte d’Appello di Palermo lo ha dichiarato non eleggibile. Sì, i giudici d’Appello hanno accolto il ricorso di due candidati della stessa lista, Mario Caputo e Marco Briguglio, che, tramite i loro difensori, hanno sostenuto la non eleggibilità di Tony Rizzotto alle Regionali del 2017 perché lui, Rizzotto, non si è dimesso dall’Ente di Formazione Issford entro 90 giorni dal termine della precedente legislatura. L’Issorfd è un ente che svolge attività anche per conto della Regione, e nel testo di legge di riferimento si legge: “Sono non eleggibili i legali rappresentanti, gli amministratori e dirigenti di quelle società o enti privati che svolgano delle attività per conto della Regione, amministrando di conseguenza fondi pubblici”. In primo grado il Tribunale ha condiviso la tesi di Rizzotto, ovvero che lui si è dimesso tempestivamente dalla carica entro il termine imposto dalla legge. Invece adesso la prima sezione civile della Corte d’Appello, presieduta da Antonio Novara, ha radicalmente riformato la sentenza di primo grado, perché le dimissioni di Tony Rizzotto sono state registrate alla Camera di Commercio solo dopo la sua elezione del 5 novembre 2017.
Dunque a Rizzotto subentra a Sala d’Ercole il primo dei non eletti con “Noi per Salvini”, Mario Caputo. Nel frattempo, la Procura della Repubblica di Termini Imerese, diretta da Ambrogio Cartosio, ha chiesto il rinvio a giudizio dello stesso Mario Caputo e di suo fratello, l’ex deputato regionale Salvino Caputo, entrambi avvocati, imputati di attentato al diritto di voto dei cittadini. Si tratta dell’articolo 294 del codice penale, secondo cui: “Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. La Procura di Termini Imerese ipotizza che Salvino Caputo, già sindaco di Monreale, alle elezioni Regionali del 2017 non sarebbe stato candidabile perché condannato con sentenza definitiva ad 1 anno e 5 mesi di reclusione per tentato abuso d’ufficio perché da sindaco avrebbe tentato di annullare delle multe. E in ragione di ciò si dimise da deputato regionale nel 2013. Poi, in prossimità delle Regionali 2017 ha presentato l’istanza di riabilitazione, e sarebbe stato fiducioso di ottenere la riabilitazione in tempo per la presentazione della candidatura, ma nel settembre 2017 il Tribunale competente ha risposto: “No, Salvino Caputo, non ti riabilito”. Ordunque, al posto di Salvino è stato candidato il fratello Mario Caputo, il quale sarebbe stato presentato come Caputo e basta, senza fotografia, quindi come prestanome politico del fratello Salvino. E le parole, intercettate dai Carabinieri, di Salvino al fratello Mario sono state: “… tieni conto che molti sapranno che sono io il candidato perché non tutti sono raggiungibili o tutti sanno che io non mi candido.. specialmente nei paesi, si gioca con l’equivoco….sul fatto anche Caputo detto Salvino… infatti nel partito anche su questo insistono. Ci sono nei paesi gente, persone che non sanno che non sono io il candidato. Sono convinti che sono io e quindi vanno a scrivere Salvino Caputo, che faccio perdo i voti?”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)