In questi giorni gli organi di stampa hanno riportato la notizia del furto dello stemma che si trovava collocato sulla facciata della torre del Salto d’Angiò, in Aragona.
Si tratta dell’ennesimo sfregio a un bene culturale interessante, che, purtroppo, si trova in stato di abbandono e del quale Italia Nostra si è più volte occupata in passato.
La costruzione, che costituisce un esempio di architettura chiaramontana del XIV secolo e che insiste in un’area interessante dal punto di vista archeologico, è un bene vincolato ai sensi degli articoli 1 e 3 della legge n. 1089 del 1939. Anche se di proprietà privata, esso non può essere abbandonato a un destino di degrado e di totale disfacimento, sia perché interessante dal punto di vista storico e
architettonico, sia perché facente parte della memoria storica del luogo.
Chiediamo pertanto che gli Enti pubblici competenti si attivino, attraverso le opportune interazioni con i privati proprietari, per pervenire all’immediata messa in sicurezza della costruzione, quindi al suo restauro.