Convalidato l’arresto di Francesco Russo, il commerciante di Joppolo Giancaxio che domenica ha sparato e ferito gravemente Tommaso Alaimo. E’ ristretto ai domiciliari: “Ho sparato, ma non per uccidere”.
Lui è Francesco Russo, 29 anni, di Joppolo Giancaxio, titolare di un panificio. Domenica scorsa 25 agosto si è coricato nel carcere “Di Lorenzo” ad Agrigento perchè poco prima dell’alba dello stesso giorno ha sparato contro un suo giovane compaesano, Tommaso Alaimo, 23 anni. Poco dopo i Carabinieri lo hanno intercettato in automobile, al volante, lungo la strada provinciale 18 in prossimità della statale Agrigento – Raffadali. Ebbene, osservate gli occhiali di Francesco Russo. Sono lenti spesse, gergalmente sono “vetri di bottiglia”, che servono a correggere un’accentuata miopia. Ancora ebbene: Francesco Russo si è aggrappato ai suoi occhiali quando ha risposto ai magistrati che lo hanno interrogato in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto. Infatti, lui, al fianco dei suoi difensori, gli avvocati Santo Lucia e Leonardo Marino, ha raccontato: “Abbiamo litigato, perchè Tommaso Alaimo sbeffeggiava un mio cugino disabile. Non era la prima volta, ma l’ennesima. Un tormento. Quella notte a mio cugino gli aveva rubato e danneggiato il telefono cellulare. Scontrandomi sono stato colpito al volto con un calcio, sono volati gli occhiali, non vedevo quasi più nulla, solo una sagoma sfuocata, ho sparato per reazione, non volevo ucciderlo, non avevo affatto intenzione di sparare per uccidere”.
Tommaso Alaimo da domenica è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale “Villa Sofia” a Palermo. Il proiettile esploso dal revolver clandestino con matricola abrasa di Russo è penetrato da sotto una clavicola e gli ha attraversato un polmone conficcandosi a metà della colonna vertebrale dopo avere perforato il midollo osseo. Ecco perchè rischia la paralisi delle gambe. Francesco Russo da ieri sera martedì è ristretto ai domiciliari, con il braccialetto elettronico, così come ha proposto il pubblico ministero, Gaspare Bentivegna, e così come ha condiviso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo. Gli si contestano il tentato omicidio e il porto abusivo d’arma, la calibro 44 che Francesco Russo, scappando dal luogo della sparatoria, ha gettato in campagna e che poi, bloccato in automobile, ha indicato ai Carabinieri dove fosse per recuperarla.
Il giudice Mazzullo, nel motivare la misura cautelare a carico di Russo, tra l’altro ha scritto: “Sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell’arrestato con riferimento a tutti i reati oggetti della provvisoria contestazione. Sussistono anche i gravi indizi di colpevolezza da inquadrarsi anche nel successivo uso dell’arma da parte dell’indagato che connotano in termini particolarmente preoccupanti la personalità del Russo, anche alla luce del fatto che il porto dell’arma rinviene una motivazione assolutamente futile nell’intenzione di spaventare la vittima. La leggerezza e la spregiudicatezza nell’agire portano a non poter escludere la tenuta di condotte similari e impongono pertanto l’adozione di una misura cautelare idonea a evitare future occasioni di reato”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)