La crisi idrica in Sicilia in Question Time

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Question Time alla Camera sull’emergenza idrica in Sicilia. Battibecco tra il ministro Salvini e i deputati siciliani Barbagallo e Provenzano. L’indignazione di Coldiretti.

La crisi idrica in Sicilia è rimbalzata sul New York Times. E il quotidiano americano titola: “Dopo aver perso i raccolti a causa della mancanza d’acqua, l’isola teme ora di perdere anche i turisti”. E alla Camera dei deputati il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, è stato impegnato in un Question Time sull’argomento, rovente quanto l’estate in corso. Il battibecco coinvolge in particolare il vice premier e i deputati del Partito Democratico Barbagallo e Provenzano. Antonio Barbagallo, già segretario regionale del Pd in Sicilia, tuona: “La Sicilia è in piena crisi, una situazione mai vista con queste proporzioni: animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati, zone in cui l’acqua non arriva da 40 giorni, danni enormi per i produttori, i cittadini e per il turismo. Il dramma siccità in Sicilia è in prima pagina sul New York Times, non serve aggiungere altro. A nostro giudizio c’è una responsabilità evidente nel centrodestra. Non servono parole, ma fatti e soluzioni indifferibili perché la Sicilia e i siciliani non possono più aspettare”.

Replica il ministro Salvini, carte alla mano, e spiega: “Il ministero ha concluso la fase istruttoria per il piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico. Lo scorso 29 maggio ho presentato personalmente un primo stralcio della programmazione finanziato con circa 950 milioni di euro di risorse direttamente del mio ministero. Una quota importante è per la Sicilia pari a circa il 10% e riguarderà 7 interventi per 92 milioni di euro su un totale di 75 opere idriche finanziate in tutta Italia. Nel contempo, il commissario straordinario nazionale proporrà un piano di azioni e interventi urgenti che ovviamente dovrà avere un periodo di attuazione di breve, brevissimo termine, vista l’emergenza”.

Poi Giuseppe Provenzano, già ministro per il Sud, contro-replica e così si rivolge a Salvini: “Ministro, lei l’ha chiamata emergenza, calamità. Non fatelo, perché era tutto previsto. Sono mesi che la crisi idrica è nota alla Regione Siciliana. La prima interrogazione l’abbiamo fatta a febbraio e il governo non ha risposto. Aspettavate la pioggia? Non è arrivata. Oggi lei rompe questo irridente silenzio per parlarci di cabine di regia, tavoli tecnici? Servono risposte. Ora. Non c’è più tempo. La Regione in questi mesi non ha fatto nulla. Ora il tema è mettere in sicurezza intere comunità. Lei non andava dai pastori? Ci torni, se ha il coraggio. Se i consorzi di bonifica, che voi avete occupato, non portano l’acqua alle aziende zootecniche, saranno costrette ad abbattere gli animali. E mentre una comunità ha sete, qualcuno forse sta ridendo e sta facendo affari: c’è una speculazione senza regole sui pozzi privati e le autobotti private, per non parlare di quelli abusivi. Le risorse stanziate non bastano e non c’è più tempo. Se la Protezione civile siciliana non ce la fa, intervenga la Protezione civile nazionale. Dovrebbe esserci un ministro competente, se non ricordo male, persino siciliano, Nello Musumeci. E se la Regione Siciliana non è in grado di dare risposte, il governo intervenga in via sostitutiva, perché si stanno calpestando i diritti fondamentali e la dignità di intere comunità”.

Poi Coldiretti Sicilia, appena a conoscenza del Question Time con Salvini a Roma, trae le conclusioni e boccia il tutto come solo fumo, tanto fumo, e commenta: “Benvenuti nella fabbrica delle illusioni, in cui si annunciano lavori che neanche i progettisti sanno quando saranno ultimati, mentre le piante muoiono e il dramma in campagna continua. Ogni giorno assistiamo a proclami di milioni e milioni di euro, progetti da avviare, altri da concludere con il risultato che c’è un inizio ma mai la fine. Da mesi assistiamo a proclami di interventi, manifesti di milioni di euro, istituzioni di tavoli, cabine di regia e altro, ma il risultato è che gli agricoltori non hanno più nulla. In alcune zone della Sicilia sembra il 1800 e non il 2024. Non si trovano più neanche i serbatoi per convogliare quel minimo di acqua che arriva: l’ennesima beffa che i siciliani vivono”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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