Arresto convalidato e custodia in carcere: queste le decisioni del gip del tribunale di Como, Andrea Giudici, nei confronti di Gianluca Scaccia, 37 anni, e Valentina Mantione, 29 anni, protagonisti di un’avventurosa fuga con successiva rapina da Naro fino alla Svizzera.
Scaccia era detenuto agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico in un appartamento di Naro in seguito a una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione, nelle scorse settimane confermata in appello, per un tentato omicidio di natura passionale. Scaccia, secondo l’accusa, avrebbe sparato all’ex marito di quella che era la sua attuale compagna perché voleva vendicare e porre fine a un loro tentativo di riavvicinamento.
Il canicattinese, nei giorni scorsi, ha quindi rimosso il braccialetto elettronico e tentato la fuga insieme alla sua compagna attuale, Valentina Mantione, con l’obiettivo di raggiungere la Svizzera. I due sarebbero arrivati fino a Milano dove hanno picchiato e rapinato una donna per sottrarle l’autovettura. L’episodio è avvenuto il 15 dicembre. La donna ha raccontato di averli visti piombare verso di lei. Scaccia, secondo la ricostruzione dell’episodio, avrebbe aperto lo sportello del mezzo, avrebbe afferrato per i capelli la conducente dell’auto e l’avrebbe scaraventata per terra. In pochi secondi hanno caricato le valigie nel bagagliaio e hanno proseguito la marcia tenendo con sè la costosa borsa di marca della donna e, soprattutto, un Iphone di ultima generazione.
Una mossa sbagliata perché quel telefono aveva il gps satellitare che ha fatto sì che la Polizia si mettesse subito alle calcagna della coppia. I due, infatti, sono stati arrestati dalla polizia elvetica oltre il valico di Ponte Chiasso, oltre il confine con la Svizzera. Valentina Mantione ha cercato maldestramente di spacciarsi per la donna rapinata esibendo la sua patente che era stata lasciata nell’auto. La coppia è stata portata al carcere di Como.
Scaccia, che ha nominato come difensore l’avvocato Angela Porcello, in occasione dell’interrogatorio di convalida del fermo, ha ammesso i fatti giustificandosi con il fatto di avere assunto stupefacenti. L’uomo ha cercato di scagionare in parte la fidanzata (la ragazza, difesa dall’avvocato Calogero Meli, si è avvalsa della facoltà di non rispondere) dicendo di essere fuggito da solo in treno e di essere stato raggiunto a Milano dove hanno messo a segno la rapina.