La galassia Dc a congresso e il partito non partito di Angelo Sandri

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Le anime della galassia DC tutte a congresso il prossimo mese di ottobre. Il partito “farlocco” di Angelo Sandri.

E’ in piena attività in questi primi mesi del nuovo anno il comitato organizzativo che sta preparando la reunion di quasi tutte le sigle e i movimenti che si richiamano alla Democrazia Cristiana nel Paese. L’Assemblea congressuale si terrà precisamente nel mese di ottobre prossimo e vedrà presenti i rappresentanti politici dei variegati simboli della galassia democristiana. Tra queste figura la “prolifica e verbosa”, almeno sul web, Dc di Angelo Sandri, pensionato di Cervignano del Friuli. Rieletto ancora una volta segretario del partito il 18 dicembre dello scorso anno a conclusione dei lavori della XXIV assise nazionale svoltasi a Roma, Sandri si ritiene ancor oggi l’unico erede della storica DC, depositario del simbolo e dei valori del partito fondato da Don Luigi Sturzo. Per la verità già la Corte di Cassazione nel 2019 con la sentenza n.18746 aveva bocciato la “sedicente Dc” del friulano ad utilizzare il simbolo e il nome nelle competizioni elettorali. In sostanza secondo quanto emerge dai documenti ufficiali si tratta in effetti di una semplice associazione non riconosciuta che, tra le altre cose, non ha alcuna rappresentanza nelle istituzioni locali. “Occorre dare pur tuttavia merito a Sandri– afferma l’ex docente universitario Nino Luciani, 87 anni, responsabile legale dell’unica Dc legittimata da un tribunale, quello di Palermo – di aver alimentato anche lui in tutti questi anni lo scudocrociato, senza che ciò avesse un fondamento a livello giuridico”. Ad agosto del 2022, il suo stesso rappresentate legale, tale Gianfranco Melillo, lo aveva messo in mora e diffidato con note ufficiali a proseguire nell’organizzazione del XXIV congresso per tutta una serie di violazioni statutarie. Sandri comunque è andato avanti lo stesso, facendosi poi rieleggere segretario. E’ un personaggio tosto ed estremamente poliedrico Angelo Sandri. Passato indenne dal fallimento del Supermercato Sfea srl che gestiva assieme ai fratelli, prosciolto anche dall’accusa di bancarotta fraudolenta, oggi, pure nella veste di segretario nazionale organizzativo ad interim, dirige a tempo pieno la testata “Ilpopolonews” la cassa di propaganda del partito e delle chat ad esse collegate. Ogni settimana Sandri dalla sua scrivania di lavoro, nomina a suo piacimento segretari, vice segretari, vicari, vicari dei vicari, dispensando, dunque, cariche a piè sospinto, tutte con regolari delibere secondo lo statuto vigente del suo partito. Cariche, di fatto,“ scariche” prive di operatività effettiva nella quasi totalità dei casi. Insomma, amministra dall’alto e con cipiglio l’associazione DC a suon di note cartacee e virtuali. Gestisce così da vero ayatollah il suo scudocrociato del quale, però, nessuno è mai venuto a conoscenza del numero esatto degli iscritti e delle reali sostanze di cui dispone per fare attività politica sul territorio. E proprio qui uno dei buchi neri della sua gestione politica: il buon Sandri, nel distribuire questa autentica orgia di incarichi politici, fa una sola eccezione, la carica di tesoriere che trattiene per sè. Un incarico che mantiene e che si guarda bene dal porre all’attenzione dei suoi dirigenti più stretti, molti di questi attempati per ragioni anagrafiche, ma di lunga militanza nello scudocrociato che periodicamente convoca a Roma. Ma tant’è. Le spericolate uscite pubbliche suoi media di Angelo Sandri (segretario politico, segretario organizzativo ad interim e tesoriere di fatto) sono molto rare e quelle poche non sono state certamente delle più felici. Anzi. Al cronista della seguitissima trasmissione di Rai3 “ Report”, che gli chiedeva se conoscesse Salvatore Baiardo che aveva annunciato di volere candidarsi con il suo partito alle europee, lo stesso rispondeva candidamente che “il nome di Baiardo ( l’uomo che favorì la latitanza dei fratelli Graviano), gli venne segnalato da alcuni dirigenti siciliani, affermando che lo avrebbe incontrato a Roma in occasione del primo consiglio nazionale per affrontare la questione delle candidature”. Come sappiano Baiardo quel giorno non si presentò. Sandri, sempre a Report ebbe a dichiarare che “ignorava del tutto la vicenda giudiziaria di Baiardo impegnandosi successivamente ad approfondire la stessa”. In Friuli, in buona sostanza certe notizie di clamore nazionale non arrivano probabilmente o quantomeno solo alle orecchie del segretario nazionale della Dc impegnato attivamente con il suo “nominificio”. Anche su tale Giovanni Domenico Scimonelli, che compariva in passati nel consiglio nazionale della Dc, Sandri cade ancora una volta dal pero. Scimonelli, che a dire di Sandri non ha rinnovato più la tessera a partire dal 2015, oggi sta scontando una condanna all’ergastolo, in quanto è stato ritenuto dai giudici un postino che smistava i pizzini del defunto boss Matteo Messina Denaro. Ma Sandri è, sempre a suo dire, impreparato sulla Sicilia forse dovuto appunto alla notevole distanza chilometrica da Cervignano del Friuli. Chissà cosa penserebbe oggi Don Luigi Sturzo, siciliano di Caltagirone, del paffutello friulano segretario di partito.

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