Si era sentita diffamata dopo l’uscita di un articolo di questa redazione nel quale si evidenziava come, sostanzialmente, il dirigente medico Rosetta Vaccaro amava di più indossare la tuta da sindacalista che il camice di medico. Nello stesso articolo furono riportati anche alcuni fatti assolutamente significativi che non lasciavano un benchè fumus di dubbio circa la propensione della Vaccaro ad amare di più i rapporti con gli operai rispetto a quelli con agli ammalati.
Tra l’altro la dottoressa Vaccaro sembra particolarmente adusa a minacciare querele e denunce nei confronti di chicchessia. Cosa accaduta con il direttore di questo giornale che un giorno si vide arrivare sul proprio tavolo la denuncia della sindacalista.
Ci fu una prima richiesta di archiviazione e a seguito di questa richiesta la Vaccaro non accettò per alcun motivo questa ipotesi di verdetto e, di conseguenza, si è appellata.
Un appello, però, andato a male; o meglio, non ha rispettato i desiderata della sindacalista. Il Gip, dott.ssa Micaela Raimondo, lette le carte e letto il ricorso, ha archiviato il tutto. Fra le motivazioni dell’archiviazione spicca la seguente: “Le espressioni riportate nell’articolo del giornale appaiono, quantomeno sotto il profilo putativo, riconducibili all’esercizio del diritto di critica in relazione alla attività, anche di natura sindacale, svolta dalla parte opponente e non travalicano il requisito della continenza formale avuto riguardo al contesto dialettico nel quale si inseriscono ed alla natura e funzione rivestita dal soggetto criticato”.
Sostanzialmente il Gip ha sposato le tesi del PM e del difensore dell’imputato, avvocato Giuseppe Aiello, il quale ha evidenziato che “rientrano nelle prerogative del giornalista, oltre al diritto di cronaca, anche quello di critica”.
L’augurio di ogni bene alla sindacalista Rosetta Vaccaro da parte di direttore di questo giornale.