“La memoria bucata”, il nuovo originale e appassionato lavoro artistico del musicista e compositore Antonio Raia 

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“È tempo di alleggerirsi e mettersi in cammino”

Conosco Antonio Raia da un po’; conosco l’uomo e l’artista. Ho provato spesso a sovrapporre le due figure, ma la forma dell’arte era sempre più ingombrante.

Compone, improvvisa, suona i sassofoni, ma suona anche la vita; ci soffia dentro, ai sassofoni, e si fa soffiare sul cuore dalla vita. Possiede un certo carattere, e quando si entra nel suo mondo, apparentemente silenzioso, rarefatto, quasi mistico, si scopre tutta la prorompenza e la bellezza della musica che lo abita e che lo ispira. 

Antonio (di lui ne parlo anche qui) vive di incontri, e di ispirazione. E così dopo essersi in qualche modo imbattuto in Antonio Neiwiller, artista di teatro scomparso nel 1993 – colui che ha provato (riuscendoci) a far dialogare il teatro alle altre arti –  nasce un progetto del titolo “La memoria bucata, apparente soliloquio con Antonio Neiwiller”; parole proferite, musica e parole scritte. Un piccolo gioiello madido di cultura. Antonio ascolta, suona e scrive. E la sua scrittura è ispirata, ricca di dettagli e il suo dire è in perfetta sintonia con gli insegnamenti del maestro Neiwiller. 

Antonio Raia incontra dunque il suono della voce di Antonio Neiwiller e si incammina nel marzo del 2018 per giungere a destinazione nel settembre del 2022 quando questo lavoro sarà compiuto. Ha maneggiato materiale storico, ha estrapolato da pagine di diario, si è lasciato ispirare da foto che arrivavano dal passato. Così nasce un dialogo, che “suona” come un soliloquio ma che in realtà risulterà all’ascolto come un dialogo tra i due artisti, domande proferite a parole che trovano risposta nel suono dei sassofoni del compositore.

Antonio Raia è sempre in cammino e più viaggia nel mondo, nel suo mondo e nel mondo della musica più si allontana da tutto ciò che è “conforme” a regole prestabilite, a metrica battente e basta. 

Vive e suona con la voglia di essere contaminato e di contaminare l’animo di chi lo ascolta, con l’essenza del suo essere raffinato, autentico, appassionato e pieno del sapore dolce di chi ha provato desiderio e nostalgia. 

Gli appartiene quel senso di infinito, come quando soffia nel suo sassofono e tutti i suoni del mondo si affacciano alla porta delle sensazioni. Un flusso di vita che si espande nota su nota, fiato su fiato e poi resta sospeso, come polvere di stelle. E poi quel pizzico di inquietudine che lo rende vivo e dunque in cammino. 

Il graffio vero, è l’ovvietà” dice Antonio Neiwiller. Raia imbastisce un dialogo, uno scambio, una idea di Arte, di artista ossia colui che riesce a “star dentro\”, a far vibrare un vissuto.

Il vissuto non si tramanda, ma sul vissuto si può agire”, dice Neiwiller.

E siccome l’arte è attesa e tempo che corre, è importante dare il giusto tempo all’arte che nasce ed infatti questo lavoro di Antonio Raia, nato da una sintonia, ha preso respiro in 4 anni, attraversando cambiamenti ma alimentandosi di ispirazione e disciplina.

I suoni sono vissuti e vivibili, riconducono a ciò che è stato. 

Il soffio e il suono ipnotico dei sassofoni di Raia è un tempo che scorre dentro,  quello che vivi senza sapere che non lo puoi misurare ma che ti tiene in ostaggio. 

Un suono meditativo e intrigante che racconta di sé; la vita in un particolare, e questo lavoro è particolare; le parole di un soliloquio, che dialogano e pulsano nella musica che infonde e profonde, e sparge ovunque la voglia di comunicare e di esserci. 

I sensi, il sentire, la percezione di qualcosa che c’è, si avverte ma non si vede perché niente è più indispensabile del “sentire”. 

È tempo di alleggerirsi e mettersi in cammino. 

“Guardare oltre le macerie e l’orrore”, dice Neiwiller.

E così le parole e la musica di Antonio  Raia – che da sempre è frutto di apertura, di un “restare in ascolto” – diventano panacea, bellezza, sensazione, senso.

Il volume, in formato tascabile è raffinato in ogni suo dettaglio. Nero. Per scoprire il titolo, devi metterlo controluce. La copertina mostra un oblò dal quale ammiccano due occhi disegnati dalla matita di  Rosario Vicidomini che ha realizzato tutti i disegni che impreziosiscono il libro. All\’interno anche gli appunti scritti di proprio pugno dal maestro Neiwiller.

Tutto quello che in questa recensione volutamente non ho detto, è giusto venga scoperto da chi deciderà di \”aprire piano la porta\” di questo progetto, come si fa con uno scrigno di cose preziose.
E per chi si chiede come si faccia ad ascoltare un disco da un libro, vi posso solo dire che si può.
È la magia di chi è sempre in cammino.

Singolare che i due artisti si chiamino entrambi Antonio.
Quasi come se si fossero cercati, per poi trovarsi sotto il tetto appagante dell\’arte.

 

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