La grave crisi del comparto agrumicolo in Sicilia: la Regione compra 7 milioni e mezzo di euro di arance di piccole dimensioni. Le modalità d’acquisto previste nella Finanziaria.
Se al tempo dell’impero romano e dei gladiatori al Colosseo la Sicilia è stata il granaio di Roma, da tempo l’isola è l’aranceto di Italia. L’arancia siciliana è rinomata ed esportata ovunque, e la utilizzano tante multinazionali che imbottigliano le aranciate per il consumo planetario. Tuttavia, il secondo semestre del 2023 è stato in Sicilia il meno piovoso dai rilevamenti dal 1921, e le temperature anche fino a 50 gradi della scorsa estate hanno pregiudicato irrimediabilmente lo sviluppo delle piante. Ecco perché la Regione è adesso corsa a riparo dei produttori comprando 7 milioni e mezzo di euro di arance, in gran parte maturate in piccole dimensioni. E’ una delle misure contenute nella Finanziaria appena approvata in Assemblea. Le arance saranno poi conferite alle industrie di trasformazione per la produzione di succhi. Il budget coprirà anche le spese di conferimento e trasformazione. Con decreto dell’assessore dell’Agricoltura, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, saranno disciplinate le modalità di attuazione della norma. Nella legge non è previsto un prezzo di acquisto delle arance, che sarà dunque stabilito in sede amministrativa. Ipotizzando una spesa di 50 centesimi al chilo, la Regione acquisirebbe circa 15 mila tonnellate di arance, pari a oltre 2 milioni di cassette. E l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, commenta: “Registro con favore che nella finanziaria regionale sono stati destinati 7 milioni e mezzo di euro per il ritiro dal mercato degli agrumi di piccolo calibro. So bene che in tal senso si sono impegnati il presidente della Regione Schifani, gli assessori competenti e l’intero gruppo dei deputati regionali autonomisti. Si tratta di una boccata di ossigeno per il settore agrumicolo. Ci sono oggi le condizioni per poter quantificare l’entità del danno e disporre le misure aggiuntive per fronteggiare il problema”.