La riforma dei rifiuti, tra le più attese del governo Musumeci, approda all’Assemblea Regionale. I dettagli del disegno di legge, tra semplificazione, efficienza e trasparenza.
All’epoca di Musumeci e di Pierobon, la riforma dei rifiuti, proposta dal Governo, approda all’Assemblea Regionale, per l’esame e l’approvazione. La settimana prossima, a meno di imprevisti, inizierà il dibattito in aula, già appesantito da una raffica di circa 700 emendamenti. Ecco i dettagli: assecondando le sollecitazioni dell’Anac anticorruzione e della Corte dei Conti sarà ridotta l’eccessiva frammentazione territoriale del servizio. Attualmente vi sono 18 Srr, Società regolamentazione dei rifiuti, e più di 200 Aro, Area raccolta ottimale, che spesso sono formate finanche da un solo Comune. Invece la riforma taglia drasticamente il tutto, e vi saranno solo 9 ambiti ottimali, uno per ciascuna provincia. E ciascuna provincia dovrà essere autosufficiente di impianti di conferimento, smaltimento o riciclo, così da avviare e concludere il ciclo dei rifiuti nella provincia ed evitare i costosi viaggi dei rifiuti oltre la provincia. I 9 ambiti ottimali, battezzati come Ada, ovvero Autorità d’Ambito, saranno enti pubblici, con al timone un manager, affiancato dall’assemblea dei sindaci della provincia, così come è, ad esempio, per l’Ati agrigentina, l’assemblea territoriale idrica. Al contrario, le attuali Srr sono società consortili di capitali, con forma privatistica e quindi disciplinate dal codice civile. Dunque, con l’avvento delle Ada, la Regione svolgerà più agevolmente il proprio ruolo di indirizzo e di vigilanza, separando le funzioni pubbliche di controllo, che spetteranno alle Ada, dalla gestione, che sarà a cura di soggetti, pubblici, privati o misti, scelti dalle Ada, e, se privati, scelti tramite procedure di evidenza pubblica. I soggetti gestori potranno anche essere le attuali Srr. La pianificazione in ciascuna provincia, impianti compresi, sarà decisa e gestita, dall’Ada, in coerenza con gli atti regionali, ossia con il piano regionale di gestione dei rifiuti, e nel rispetto del quadro normativo statale. Il personale transiterà nelle Ada o nei soggetti gestori, direttamente, e solo in alcuni casi con un concorso per titoli ed esami, qualora si tratti di personale amministrativo non proveniente dai Comuni o da altri Enti a cui si è acceduti tramite concorso. In tale caso, tra i titoli, come punteggio, sarà utile l’esperienza maturata nel settore. Infine, i debiti accumulati dal “carrozzone” rifiuti in Sicilia: nel disegno di legge è stata inserita una norma che assegna il coordinamento delle liquidazioni alla Regione e, per essa, all’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)