Lampedusa tra i casi Gregoretti e Open Arms (video)

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Lampedusa e la Procura di Agrigento crocevia dei casi Gregoretti e Open Arms che infiammano il Senato e il dibattito politico. Depositato l’atto d’accusa contro Salvini.


Da Lampedusa, dalla provincia di Agrigento, dalla Sicilia sono lanciati macigni giudiziari a Roma, a palazzo Madama, al Senato, dove tra gli scranni dei senatori siede l’ex ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini. Il prossimo mercoledì 12 febbraio il Senato, dalle ore 9:30 in poi, vota sull’autorizzazione a procedere contro Salvini perché il 25 luglio del 2019 a Lampedusa ha vietato lo sbarco alla nave della Guardia Costiera “Gregoretti” con 135 migranti a bordo.

E lui, Salvini, ha commentato: “Penso di essere l’unico politico che aspetta il processo con gioia. Voglio vedere quel giudice che ritiene che avere difeso il mio Paese sia un crimine. A quel punto il popolo italiano farà le sue considerazioni”. Adesso ancora da Lampedusa, dalla provincia di Agrigento, dalla Sicilia, è stata lanciata a Roma al Senato, tramite il Tribunale dei ministri di Palermo, un altro macigno giudiziario a carico di Salvini per plurimo sequestro di persona aggravato. L’atto è stato appena depositato a Palazzo Madama, e se ne conoscono dunque i particolari. E i magistrati a lavoro a Palermo si rivolgono così ai senatori della giunta per le autorizzazioni a procedere: “Il Senato conceda l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto a bordo della nave Open Arms”.

E poi, ancora più nel dettaglio, tra il centinaio di pagine del capo d’imputazione si legge che “Salvini, in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani, ed abusando dei poteri allo stesso Salvini rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, ometteva, senza giustificato motivo di concedere un porto sicuro alla nave. Salvini non ha esitato positivamente le richieste dagli organi di soccorso in mare, così provocando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti, costringendoli a rimanere a bordo della nave per un tempo giuridicamente apprezzabile, precisamente dalla notte tra il 14 e il 15 agosto sino al 18 agosto, quanto ai soggetti minorenni, e per tutti gli altri sino al 20 agosto, quando la Procura di Agrigento pose l’imbarcazione sotto sequestro preventivo e dispose lo sbarco di tutti. L’allora ministro, avrebbe dovuto rispondere alle richieste senza ritardo per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, di igiene e sanità”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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