La permanenza del nuovo primario al Pronto Soccorso di Agrigento è durata da Natale a Santo Stefano: si è dimesso anche lui. Si prospetta l’intervento della Protezione civile.
Lo scorso 10 luglio il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento, il dottor Sergio Vaccaro, di Favara, si è dimesso polemicamente “per – ha spiegato – ingestibilità del reparto a causa di gravi carenze di personale e a fronte dell’inerzia degli organi preposti a rimediare”. Il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Mario Zappia, si è rivolto ai colleghi di Vaccaro al Pronto Soccorso: “Chi di voi vuole ricoprire l’incarico di primario già assegnato a Vaccaro”. E loro hanno risposto: “Nessuno, grazie”. Da Ribera, dal Pronto Soccorso dell’ospedale “Fratelli Parlapiano”, è stato prelevato il primario Giuseppe Spallino: “Venga con noi. La portiamo ad Agrigento, a dirigere il Pronto Soccorso”. Ebbene il dottor Spallino è giunto ad Agrigento, è entrato al Pronto Soccorso, si è reso conto di quanto accade, e ha telefonato al commissario Zappia: “Dottore Zappia, ma chi ci niscì u sensu? Non me la sento di lavorare in queste condizioni. Non l’abbia a male, ma rinuncio all’incarico”. Due a zero e palla al centro. E si profilano altre dimissioni, se non di massa, tra i medici ancora a lavoro nell’area di emergenza – urgenza, impossibilitati da tempo a reggere in modo efficace e dignitoso l’onda d’urto degli accessi dei pazienti, costretti a stazionare in ciò che è da ritenersi un ospedale da campo, tanto per essere generosi, perché è peggio. “La sai l’ultima?”: si prospetta l’intervento della Protezione civile con l’allestimento di un Pma, un Posto medico avanzato, dove ricevere i pazienti. Sulla tabella di ingresso sarà scritto: “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)