Ed è la seconda volta in pochissimi giorni. Prima, non più di 70 ore fa, il Corriere della Sera, firma con la sua penna di punta Gian Antonio Stella un articolo dove qualche contenuto era degno di superare la già bella favola di Pinocchio.
Il giornalista trevigiano, in uno dei tanti articoli sputafango che impazzano al momento su Agrigento, aveva scritto che “la gente per assistere al concerto del Volo dell’agosto scorso si era recata nella Valle con pellicce e cappotti. Ovviamente niente di più falso, ma per adesso il momento storico per Agrigento e gli agrigentini onesti e perbene è questo.
Dispiace ancora di più, semmai, se a cadere nel tranello dei “suggeritori del lerciume”, sia stato un giornalista agrigentino, nato a Grotte e vissuto a Racalmuto, il quale del nostro territorio conosce alla perfezione pregi, difetti, disfatte e misfatti.
Fermo restando che non entriamo nel merito se oggi sia giusto o meno abbattere o non alberghi nella nostra città (però non si lagnano delle associazioni ambientaliste che hanno messo il veto sulla loro realizzazione), ma raccontare agli italiani fatti assolutamente falsi non è deontologicamente una cosa carina.
Lo ribadiamo ancora una volta. Stella e Cavallaro, loro malgrado, sono (ahimè) anche loro vittime di quella gentaglia che serialmente (e seriamente) offende e denigra la splendida città di Agrigento, con tutti i suoi pregi ma soprattutto con tutti i suoi difetti. Accolgono nozioni da parte piccoli, ma davvero piccoli ominicchi delusi dalla vita, (del resto basta guardare chi “appare” nelle tv nazionali accanto ai giornalisti e i conti tornano alla grande…) e purtroppo incappano in questi errori.
Francamente non riusciamo ad immaginare quanto sia prestigioso per importanti firme nazionali cadere anche loro nel tranello degli odiatori sociali.
Ecco cosa è successo ieri.
Il Corriere della Sera di ieri, domenica 19 gennaio, rilancia alcune delle criticità emerse, e alla ribalta nazionale, in prossimità della cerimonia di inaugurazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025 in presenza di Mattarella. Il quotidiano milanese – oltre che la recente e frettolosa colata d’asfalto dello scorso fine settimana che ha coperto anche tombini, saracinesche e rubinetti, impedendo finanche la distribuzione dell’acqua come accaduto in via Manzoni – stigmatizza, tra l’altro, che in una città a vocazione turistica, e che attende un flusso consistente di visitatori nel 2025, mancano gli alberghi. In particolare, Felice Cavallaro scrive: “In città non si costruiscono nuovi alberghi, e si abbatterà il più grande, lo storico Jolly dei Templi, 140 camere, stupenda piscina, a ridosso del Palacongressi. Pronte le ruspe. Se l’è comprato un ex sindaco che ha ottenuto il via libera per farne un centro commerciale. Permessi legati a un cambio di destinazione d’uso vagliato da un compiacente consiglio comunale. Le carte saranno a posto. Ma dubbi e insinuazioni corrono senza che nessuno se ne dolga. Fatta eccezione per il direttore del Parco archeologico, Roberto Sciarratta, che sul PalaCongressi sta puntando per allestire un richiamo stabile, ad esempio trasferendovi la Biblioteca Pirandello”.
A fronte di quanto pubblicato dal Corriere della Sera, l’impresa interessa intende esprimere la propria ferma e motivata contestazione:
“Quanto riportato è completamente infondato e risulta gravemente lesivo per la reputazione della scrivente società, degli atti amministrativi regolarmente adottati e, più in generale, dell’immagine pubblica della città di Agrigento.
Smentita dei contenuti diffusi
1. Acquisto dell’immobile: È assolutamente falso che l’ex Jolly Hotel sia
stato acquistato da un ex sindaco. L’immobile è stato regolarmente
acquisito da una società, con un’operazione trasparente e conforme a ogni
normativa vigente. La notizia diffusa, priva di qualunque verifica
preventiva, suggerisce erroneamente un coinvolgimento politico o
amministrativo che non sussiste in alcun modo, tantomeno da parte del
Consiglio Comunale che non ha rivestito alcun ruolo
2. Destinazione urbanistica: Contrariamente a quanto insinuato, non si è
reso necessario alcun cambio di destinazione d’uso. La struttura insiste su un’area già destinata a funzioni commerciali, secondo gli strumenti
urbanistici approvati e vigenti sin dal 2009 (GURS n.ro 60/2009 di
pubblicazione del PRG). Pertanto, ogni riferimento a procedure irregolari
o compiacenti è destituito di ogni fondamento e rappresenta un’illazione
calunniosa.
Dunque:
• L’ex Jolly Hotel è stato acquistato da una società e non da un ex sindaco che nulla c’entra con la società.
• La destinazione urbanistica dell’immobile è già commerciale dall’anno
2009 e non ha richiesto alcun cambio d’uso.
• Le procedure amministrative seguite per l’acquisto e l’utilizzo
dell’immobile sono state svolte in piena regolarità, nel rispetto delle
norme vigenti.