Le Fabbriche, domani l’ultima rassegna del cinema tedesco

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“Germania pallida madre. Il cinema tedesco degli anni Settanta” è una rassegna cinematografica di tre appuntamenti, ogni martedì alle ore 18:00 dal 3 dicembre al 17 dicembre, curata da Beniamino Biondi. Il cinema tedesco degli anni Settanta nasce da un vero e proprio movimento che ha rappresentato una rivoluzione espressiva con uno sguardo intrigante e libero, favorendo la carriera di alcuni cineasti di enorme talento con film anticonformisti che hanno seguito nuovi percorsi narrativi ed estetici.

Terzo e ultimo film in programma “Woyzeck” (1979) diretto da Werner Herzog.

Herzog, da sempre regista visionario e cantore di struggente solitudine nevrotica, inscena il dramma di un uomo patologicamente sensibile alle difficoltà dell’esistenza e alla cattiveria umana. Woyzeck, soldato di guarnigione, è preso di mira dal suo capitano e dal dottore di paese, che lo ridicoleggiano continuamente in un gioco di violenza psicologica e morale portato all’estremo. Il soldato Woyzeck, già uomo ultra sensibile, soccombe gradatamente verso la forma più alta di paranoia, amplificando le proprie sensazioni e sospetti su tutta l’umanità, subdola e maligna, che come in un museo delle cere gli scorre intorno, costringendolo ad uccidere anche la moglie.

Herzog ci dona momenti di un’intensità rarefatta e insondabilmente pessimista, soprattutto nella scena dell’omicidio, con immagini rallentate e pregne di una poetica straniante. Uno spettacolo estremo, con la fotografia, abbinata agli splendidi spazi della cittadina cecoslovacca di Telc, che rendono il film un lento e progressivo sogno senza speranza di risveglio. Klaus Kinski, già attore in precedenti film di Herzog, nel personaggio di Woyzeck si incarna in tutta la durata della pellicola in una maschera di cera espressionista, senza mai togliersi di dosso quello straniato sguardo di terrore.

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