Approdano innanzi al Tribunale di Palermo le “false vaccinazioni” all’Hub della Fiera del Mediterraneo. Sono quattro gli imputati, tra cui due infermiere.
Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura di Palermo, e trascorsi i 20 giorni entro cui gli indagati avrebbero avuto facoltà di opporre mezzi e atti a difesa, approdano innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale le “false vaccinazioni” anti-covid. Il procuratore aggiunto, Sergio Demontis, ed il sostituto, Felice De Benedittis, che hanno coordinato l’indagine, hanno disposto il giudizio immediato, ricorrendo l’evidenza della prova. E i quattro imputati hanno, a loro volta, scelto di essere processati con il rito abbreviato: se condannati beneficeranno dello sconto di un terzo della pena. Si tratta di due infermiere, Anna Maria Lo Brano e Giorgia Camarda, entrambe dipendenti dell’ospedale “Civico” e all’epoca della commissione del reato in servizio alla Fiera del Mediterraneo adibita ad Hub vaccinale. E poi gli altri due sono il leader dei “No Vax” siciliani Filippo Accetta, e il commerciante palermitano Giuseppe Tomasino. Intendono costituirsi parte civile l’Ordine delle professioni infermieristiche, e due palermitani, tra cui una minorenne, che si sono recati alla Fiera per essere vaccinati ma non avrebbero ricevuto il siero perché una delle due infermiere avrebbe buttato il contenuto della siringa. All’udienza del prossimo 18 gennaio il giudice, Paolo Magro, si pronuncerà sulle parti civili proposte. Anna Maria Lo Brano e Giorgia Camarda, il più delle volte in cambio di denaro, dai 400 ai 500 euro, avrebbero consentito a diverse decine di persone, tra cui gli altri due imputati Accetta e Tomasino, di sottrarsi alla vaccinazione e di ottenere il green pass. L’inchiesta è stata sostenuta dalla Digos. A testimoniare le false vaccinazioni sono stati i video registrati dalle telecamere piazzate dalla polizia nell’Hub vaccinale della Fiera, nei box, dove il farmaco anziché iniettato è stato gettato in una garza. L’infermiera Lo Brano ha ammesso le sue responsabilità, spiegando di avere agito perché avrebbe avuto bisogno di denaro per sostenere gli studi universitari di suo figlio. L’infermiera Camarda invece avrebbe commesso le false vaccinazioni perché animata da una ferrea convinzione no vax, tanto che non avrebbe vaccinato anche coloro, come i due adesso potenziale parte civile, che avrebbero voluto vaccinarsi anziché ottenere il green pass non vaccinandosi. Nell’ambito di una seconda operazione, il 27 maggio scorso i poliziotti della Digos hanno arrestato ai domiciliari, per corruzione, falso ideologico e peculato, una segretaria e un medico di base in pensione. Sarebbero stati loro gli ideatori delle false vaccinazioni contro il covid nell’hub della Fiera del Mediterraneo. Le intercettazioni e i video avrebbero confermato che la segretaria Francesca Di Cesare e il medico in pensione Salvatore Pepe sarebbero stati i promotori dell’attività illecita, favorendo e organizzando dietro compenso l’incontro fra la domanda di false prestazioni sanitarie e la relativa offerta, garantita dall’infermiera dell’hub Anna Maria Lo Brano. Per ogni falsa vaccinazione l’infermiera, la segretaria e il medico avrebbero intascato circa 400 euro. Alla segretaria è contestato, inoltre, di aver prodotto anche una falsa certificazione medica a favore di un dipendente pubblico.