Lo sconforto che nessuna pandemia avrebbe potuto annullare.
Lo sconforto di vedere sempre gli stessi nomi, le stesse beghe, le stesse facce (… “come al culo” Cit.) che saltano fuori da santini (che ci fanno odiare di avere WhatsApp) e cartelloni 7×3, e le pagine Facebook che nascono “per l’occasione” e che ci ricordano che non abbiamo scampo, che ci toccherà andare a votare e che siamo stufi di votare il meno peggio che alla fine è sempre il peggio che si ripropone, senza un briciolo di decenza.
Pensi che sia passato il “tempo suo” ed invece sono sempre lì, inquietanti più che mai, con sempre nuovi burattini pronti a fare i ventriloqui.
Qualche faccia apparentemente nuova, dunque, ma che alle spalle ha i soliti noti, quelli che da decenni muovono le fila di una politica marcia che ha fatto marcire questa terra così bella e maledetta che cerca un riscatto che – lo sappiamo tutti – non arriverà fin quando ci saranno i soliti noti, i soliti nomi, che ci disgustiamo anche a pronunciare, figuriamoci a votare, ma che alla fine saranno rivotati perché le dinamiche circa come ci si procaccia i voti, sono ahimè sempre le stesse.
Ma la cosa che più mi ha colpito a questo giro è stato vedere questa novità di propinare all’elettorato il racconto a puntate della propria vita, con tanto di foto nostalgiche, manco i cittadini calabresi dovessero scegliere la tata per i propri figli. A parte il fatto che sappiamo bene chi siete, a chi siete figli, e considerato l’obbligo di ogni candidato di caricare online il proprio curriculum vitae affinché tutti possano sapere che percorso si è fatto, la cosa che fa rabbrividire è che puntata dopo puntata, manco fosse una soap opera di quelle che si vedono in tv all’ora di cena, non esiste una che sia una proposta su cosa si intende fare semmai si riesca a ricoprire un ruolo alla Regione.
A noi poco importano i dettagli della vostra infanzia, del viaggio di nozze, delle cene alla quali intervenite, ma ci interessa un eventuale programma con tanto di punti che ci permettano poi, di sbugiardarvi quando non realizzerete quello che eventualmente promettete.
Per alcuni candidati poi, era tutto già in programma, come da programma.
Passerelle televisive in tempi non sospetti, confezionate ad arte, in prospettiva della corsa ad una carica per la quale non sappiamo certo se ci saranno o meno le capacità.
Presentazioni video come quelle che si fanno per andare dalla De Filippi, degne proprio di “tronisti” edizione autunnale.
Io voglio programmi (non soap o talk show), voglio progetti, voglio idee concrete, attuabili, fattibili.
Ne ho piene le scatole della fuffa che pensate di poterci ancora propinare perché nella vostra “carriera” vi manca il ruolo istituzionale e allora pensate che il capriccio che volete togliervi, ve lo tolga la gente da dentro la cabina elettorale.
Quando con gli amici e colleghi facemmo alcuni pronostici, non ci sbagliavamo affatto.
Solo che la realtà supera spesso la fantasia e a volte è così terribile, che vorremmo sempre poterci svegliare da un incubo che incombe sulle vite di chi aveva creduto che la decenza, la sobrietà e il senso del pudore potesse avere un peso.
Ma non sarà così neanche questa volta.