Leoncavallo Festival: a Montalto più che “I pagliacci”, una pagliacciata

Condividi

Speravo di restare sorpresa.

Perché le sorprese sono sempre belle e perché non ho perso il vizio di sorprendermi, io.

Ed invece tutto è stato come da programma … il mio, però. Perché il loro di programma, tutto è stato, tranne che il racconto dettagliato di un evento che avrebbe dovuto celebrare il centenario di Ruggiero Leoncavallo, in quella che fu per un po’ la sua Montalto.

In tutta Italia ed anche in diverse e prestigiose località calabresi si è celebrato e festeggiato il grande compositore che visse solo pochi anni della sua infanzia nella cittadina di Montalto Uffugo, dove suo padre era magistrato e che ispirò l’opera “I pagliacci” scritta circa un delitto realmente accaduto.

Sarebbe stato bello se una sera – magari proprio il 9 agosto – qualcuno avesse raccontato la storia di Leoncavallo, proiettando le immagini di repertorio di alcune esecuzioni celebri, considerato che non tutti conoscono questi dettagli per come si dovrebbe, e sarebbe anche stato appropriato aprire le porte del bellissimo museo sul compositore che la città di Montalto dovrebbe fregiarsi di avere.

Ma esiste ancora quel Museo? Forse è il caso che io provveda a scoprirlo.

Ma torniamo al Festival.

Il centenario è caduto il giorno 9 agosto quando nella bellissima cornice del parco Scolacium di Borgia, è stata portata in scena – all’interno del Festival ArmonieD’Arte”-  l’opera “I Pagliacci” con un cast d’eccezione, con un allestimento poetico ed evocativo, e con l’intenzione da parte del direttore artistico, di porre una riflessione etica ed estetica sull’arte e sulla cultura.

Che il centenario cadesse quest’anno lo si sapeva da un po’ e chissà se questo programmino era già pronto il 9 di agosto; proprio non saprei.

Da giornalista tra l’altro residente da un ventennio nella città di Montalto Uffugo, mi sarei aspettata almeno un invito per la conferenza stampa, o anche un semplice comunicato nel quale leggere i dettagli circa questo Festival.

Ma non avendo ricevuto nulla, ho atteso di  leggere il programma da qualche parte. Programma che, devo dire, è apparso su un sito discretamente realizzato.

Quello che non si è capito da questo programma – che a questo punto dovrebbe essere stato scritto e realizzato al direttore artistico – è il contenuto delle serate.

Tralasciando le serate prima del festival, che sinceramente penso abbiamo molto poco a che fare con l’evento in sé, mi concentrerei sulle serate in cartellone.

Mi domandavo perché una persona appassionata di lirica e di Ruggiero Leoncavallo sarebbe dovuto venire a Montalto il giorno 28 agosto, giorno di aperta della kermesse se sul programma non era indicato che opera sarebbe stata eseguita, cosa avrebbero cantato i soprani ed i tenori (più o meno noti) invitati per la manifestazione.

A proposito, se qualcuno vi ha assistito e vuole renderci edotti, saremo loro grati,  considerato che fino a ieri 31 agosto, nessun giornale ha realizzato mezza notizia in merito.

Io non ho assistito neanche a quella che sembrerebbe essere stata – così come si evince da note scritte sul sito – una serata esilarante con Pippo Franco regista de “I pagliacci” e il cane di Fioretta Mari intento involontariamente a mettere in scena una show.

Ma ieri sera incuriosita, sono andata in piazza per capire cosa fosse “la notte dell’opera”. Mi piacerebbe che qualcuno mi dicesse cosa intendessero a monte, con questo titolo riferito alla serata. Perché io non avendo indicazione alcuna dal programma, mi sono avviata a piedi su per via Roma, incontrando postazioni dove intervistavano persone (chi fossero non me lo chiedere perché non lo so) dei banchetti per la degustazione di vini sui quali non mi esprimo perché non è questo il momento, e un camioncino che preparava panini con la porchetta (buoni, devo dire!)

Davanti al cannone un pianoforte suonato random non so da chi (chissà se il direttore artistico sapesse chi fosse seduto a quel piano) e poi in piazza E. Bianco un gruppo (a me sconosciuto, non so agli altri) che suonava la tarantella.

Se c’era dell’altro non lo so; sul programma non era scritto nulla.

Sinceramente non so cosa c’entri tutto (?) questo con il festival, so però che non si può neanche far assomigliare la serata ad una sagra della porchetta, perché la serata sarebbe stata indegna anche se avesse portato quel nome.

Confidiamo nella serata di chiusura, cioè stasera  quando – tempo permettendo – sarà Alessandro Haber che recita Leoncavallo, a chiudere l’evento.

Haber che sarà in compagnia di due musicisti che penso suoneranno qualcosa in maniera contestualizzata.

Ecco, ho fatto anche un po’ di pubblicità all’evento, che mi sarebbe piaciuto raccontare se solo qualcuno mi avesse invitata, come giornalista di settore ed esperta di musica e non come comune cittadina che, a dirla tutta, ama questo paese malgrado tutto.

Viva l’arte, viva la cultura e chi sa come renderla disponibile a tutti

 

Simona Stammelluti

Notizie correlate

2 Thoughts to “Leoncavallo Festival: a Montalto più che “I pagliacci”, una pagliacciata”

  1. Franco Pascale

    Buonasera, spiacente di segnalare molte disattenzioni e/o inesattezze, da parte della signora che scrive che sarebbe bene, provvediate all’immediata correzione per una corretta informazione dei vostri lettori. È evidente che chi ha scritto non fosse presente e, forse, per sentito dire o per aver sognato ha riportato ciò. Resto a disposizione , per e entuali precisazioni e/o eventuali iniziative diverse da intraprendersi. Distinti saluti Franco Pascale curatore del Museo Ruggiero Leoncavallo di Montalto Uffugo. P.S. almeno consentì temi di dire che per poter affrontare un argomento, bisognerebbe almeno conoscere di che si tratta, a partire dei nomi delle cose. Nomina sine…

  2. Simona Stammelluti

    Carissimo signor Pascale, le rispondo con tutta la stima che nutro per lei, per la sua cultura e per il suo impegno circa la cultura e il sapere della città di Montalto Uffugo. Ho sempre pensato che il museo di Leoncavallo da lei curato in maniera impeccabile, sia un vero fiore all’occhiello per questa cittadina. Da musicista quando l’ho visitato per la prima volta, ho realizzato che in quel luogo era conservato un patrimonio inestimabile. Penso che quel museo debba essere meta di scolaresche provenienti da tutto il territorio nazionale.
    Non so sinceramene se sia stato aperto in questi giorni di celebrazioni dell’artista, infatti nell’articolo lo dico che avrei verificato la possibilità di visita al museo. Penso che la bellezza del luogo non c’entri Molto con l’organizzazione del festival che a mio avviso resta poco centrata rispetto al passato.
    Verrò a trovarla e a visitare ancora il museo sul quale vorrei scrivere una recensione.
    L’abbraccio
    A presto
    Simona

Leave a Comment