Alfredo Morvillo, magistrato in pensione e fratello di Francesca, morta insieme a suo marito Giovanni Falcone nella strage di Capaci del 23 maggio 1992, non andrà alla commemorazione in programma oggi davanti all’aula bunker di Palermo.
In queste dichiarazioni rilasciate all\’inviata di Rai Radio uno, tutti i perché:
Palermo per la sua storia dovrebbe essere la capitale dell\’antimafia, di una vera cultura antimafiosa, invece oggi a 31 anni dalle stragi, Palermo nonostante i rilevanti risultati raggiunti dalle forze dell\’ordine e di magistratura, in materia di cattura dei latitanti e di condanne di tanti mafiosi, è ancora la capitale del compromesso politico mafioso.
A livello cittadino penso che non conservino nel loro animo granché di quello che è accaduto allora, non c\’è quella sensibilità verso i temi di mafia e di antimafia che porterebbero ad un grande rigore nell\’affrontare questi temi. C\’è un pietismo e un perdonismo generalizzato nei confronti di personaggi notoriamente vicini alla mafia. Quelle manifestazioni del 23 maggio e del 19 luglio, di quelle urla che la gente per strada lanciava nei confronti di tutti, dei politici, dei mafiosi, di tutte quelle urla sono rimasti soltanto dei cinguettii qua e là.
A Palermo la vita è questa: c\’è una piena consapevolezza del gradimento di voler continuare a vivere in questa cappa mafiosa fatta di favoritismi, di gruppi, di favori derivanti dalla vicinanza a determinati gruppi che detengono il potere.