Caro-bollette: spese al mese più che triplicate per SiciliAcque. A rischio la tenuta della società. Inevitabile l’aumento del prezzo dell’acqua al dettaglio.
Se la produzione delle materie prime, ad esempio l’asfalto, costa di più perché le bollette da pagare per l’energia necessaria aumentano a causa non solo della crisi energetica ma anche, e forse soprattutto, per le speculazioni di mercato, allora anche per le imprese a cui bisogna l’asfalto i costi si impennano, e di conseguenza le opere costeranno altrettanto di più, scaricando in parte i maggiori costi sulle tasse che pagano i cittadini per garantire il funzionamento dello Stato pagando le opere pubbliche.
E anche le opere non pubbliche saranno più costose. E se dunque SiciliAcque, a fronte del caro-bollette, ha bisogno di più denaro per produrre la materia prima, ovvero l’approvvigionamento dell’acqua da vendere, è conseguenza inevitabile che nelle province siciliane servite da SiciliAcque il costo dell’acqua a metro cubo aumenterà, scaricandolo, in tal caso interamente, sulle bollette idriche che pagano i cittadini. E così adesso è. Infatti, SiciliAcque ha appena denunciato che, in base ai prezzi di marzo, sono più che triplicati i costi dell’energia elettrica, da 900mila a circa 3 milioni di euro al mese.
SiciliAcque, gestore del servizio idrico in Sicilia di sovra ambito, ossia al di sopra degli ambiti provinciali, è costretta a fronteggiare rincari in bolletta senza precedenti, e lancia l’allarme: “E’ una situazione finanziariamente non sostenibile, che potrebbe costringere la società a spegnere alcuni impianti, o quanto meno a ridurre l’erogazione dell’acqua, per tenere più bassi i consumi di energia”. Poi, in riferimento alle misure contro il caro-bollette adottate dal governo Draghi, i vertici di SiciliAcque replicano: “Sono insufficienti le misure disposte dal governo nazionale per fronteggiare il caro-bollette. Occorre un aiuto anche da parte della Regione. Se non dovesse esserci un intervento che riconduca gli aumenti dell’energia elettrica entro certi limiti, in Sicilia la gestione del servizio idrico sarebbe compromessa, con ricadute pesantissime per l’utenza e per la tenuta della nostra stessa società”.
Secondo una prima stima, i costi dell’energia elettrica avrebbero un impatto di oltre 20 milioni di euro all’anno sulle casse di SiciliAcque, che ha un fatturato di circa 50 milioni di euro. E quindi, la dirigenza aggiunge: “E’ un peso insostenibile per il nostro bilancio e per continuare ad erogare un servizio pubblico essenziale come la captazione dell’acqua dalle grandi infrastrutture (acquedotti, dighe, invasi, potabilizzatori) e il successivo trasporto fino ai serbatoi comunali che servono 1 milione e 600mila siciliani. La distribuzione dell’acqua non può essere interrotta, motivo per cui chiediamo che il legislatore nazionale e quello regionale agiscano con tempestività per trovare soluzioni che consentano nel breve termine di neutralizzare il pesante impatto finanziario che si sta abbattendo sull’azienda”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)