Era ora che qualcuno dicesse apertamente e con competenza quello che molti pensano da tanto: la musica oggi è vittima dell’autotune e se sei “figlio di” non importa a nessuno se sei bravo o meno, una chance ti viene data.
Questo è quello che da diversi anni ormai accade ad Amici, la famosissima trasmissione televisiva creata, diretta e condotta da Maria De Filippi. Nata come una “scuola” dove i ragazzi giovanissimi potessero imparare l’arte del canto e del ballo, ha finito negli ultimi anni per essere una mera (e confortevole) vetrina, dove gli stessi ragazzi – già conosciuti grazie agli streaming – raccolgono l’ultima fetta di pubblico e si accaparrano produzioni definitive. Insomma … Maria dà loro l’opportunità di incidere dei dischi, essere prodotti senza sforzo alcuno, mettendo a loro disposizione anche una macchina organizzativa potente affinché siano garantite loro anche le promozioni dei dischi.
Ma Amici non è più una scuola. E non è (per gli alunni di canto) neanche un talent considerato che non è più possibile scovarlo, un talento, semmai ve ne fosse qualcuno.
E così a destare menti e coscienze sull’arte vera del canto è stato Luca Jurman, cantante, compositore, vocal coach, produttore, già insegnante di Amici per un periodo, che qualche tempo fa, rompe il silenzio e dice apertamente quello che pensa e che in molti hanno pensato senza avere però il coraggio di dirlo: Ad Amici c’è un uso spropositato di autotune (correttore), ai ragazzi non viene insegnato per davvero a cantare, si finge che i ragazzi siano sconosciuti (quando invece hanno già esperienze e agganci nel mondo della musica), ai figli di personaggi famosi viene concessa una chance anche se non sempre si palesa una forma di talento, gli insegnanti di categoria – Zerbi e Pettinelli – non hanno le competenze per poter insegnare canto, nessuno si mette contro la De Filippi, compresi coloro che di settimana in settimana si avvicendano al ruolo di giudici, che si guardano bene dal contestare qualcosa, di trovare un qualche difetto ai ragazzi, e questo vale anche per coloro che in passato si sono schierati fortemente contro l’autotune e che sono così esperti di musica (direttori d’orchestra) che sembra davvero impossibile non si accorgano dell’evidente impreparazione dei ragazzi che si esibiscono domenica dopo domenica.
Non serve essere critico musicale, giornalista di settore, esperto di musica e di markerting per capire che Jurman dice il vero; basta osservare attentamente ed alcuni meccanismi appaiono sin troppo chiari.
Ma io che sono giornalista di settore, critico musicale ed esperto di marketing e comunicazione mi sono spesso posta delle domande le cui risposte sono chiare e difficilmente confutabili.
Una scuola è il luogo dove si consegna ai discenti la conoscenza, dove si porgono i mezzi per “entrare” in una materia, farla propria, utilizzandola per poi padroneggiarla, migliorando di giorno in giorno e raccogliendo i frutti dello studio, indispensabile anche e soprattutto lì dove si palesi un talento. Scovare, sostenere, incoraggiare, istruire, condurre per mano un talento, dovrebbe essere la missione di un docente, ed in questo caso di un docente di musica e di canto.
Tutto il sistema del mondo della discografia attuale si inchina al potere di Maria De Filippi, donna intelligente, capace e lungimirante, che conosce tutti, che invita tutti, senza che mai nessuno sappia (o voglia) dire di no. Le radio sono con lei, i giornalisti di settore sono con lei, gli sponsor (soprattutto) sono con lei, i cantanti (spesso sue creature) sono con lei, vanno a fare i giudici e poi promuovono lì i nuovi lavori, i suoi colleghi sono con lei.
Sembra essere tutto perfetto, nel mondo di Amici.
Ma così non è, malgrado le nuove generazioni siano letteralmente ipnotizzate da artisti – o presunti tali – che si avvicendano anno dopo anno, che cantano tutti nella medesima maniera e che cantano un disagio che andrebbe analizzato, studiato esso stesso, per capire cosa ci sia di così inquieto in questi ragazzi che si sentono artisti, perché capaci di scrivere le barre.
Non è un caso che LDA, Angelina Mango, Holden siano – o siano stati – nella scuola di amici.
Non è un caso che Lile Jolie, Ayle siano nella famosa scuola. Si finge siano sconosciuti ma così non è.
Luca Jurman che sottolinea e pone l’attenzione su questa realtà non è solo però.
Con lui tutti coloro che sostengono le sue tesi, e sono in tanti. La “carboneria” della musica cresce di giorno in giorno; lo scopo è quello di salvare la musica, rimettere al centro il talento, lo studio, la preparazione. Cosa ci sia di male in questo, non lo sappiamo. Sappiamo però che ai piani alti di Amici, qualcuno sta incominciando ad essere inquieto. Dalle pagina ufficiale del talent infatti, qualche giorno fa esce un comunicato nel quale si accusa Jurman di denigrare il programma solo perché ne vuole tornare a far parte, senza che però la sua richiesta venga accolta.
Jurman smentisce: “ci sono stato, sono andato via io, non ci voglio tornare e non ci tornerò”.
Cosa teme la potente produzione di Amici?
Forse Jurman e i carbonari danno fastidio?
Ora si cerca di trovare chi sta con chi. La stampa si divide.
Io, da giornalista libera, mi schiero con Jurman, perché so bene avere ragione.
Non si riesce più a sentire una voce che sia scevra da ogni sovrastruttura. Non si riesce più ad evidenziare una voce bella, in quel marasma di effetti. Tutto questo perché? È il mondo della musica che è cambiato?
Forse sì, ma c’è grande differenza tra un’artista come Madame, che scrive e canta e usa anche l’autotune con cognizione, ma che dal vivo canta benissimo e scrive altrettanto bene, con i ragazzi di Amici dei quali a distanza di qualche anno non ci si ricorda più.
Amici (che sempre è stato di Maria De Filippi) era una fucina di idee, era un luogo dove un aspirante cantante aveva l’opportunità di imparare anche i rudimenti di ballo e di dizione e recitazione; si imparavano le tecniche del musical, insomma … si studiava. Perché lo studio, quello vero, è l’unica strada che conduce al successo, quello duraturo, quello fondato sulle caratteristiche che fanno di un aspirante cantante, un artista.
E dunque resta da chiedersi: Cosa infastidisce della battaglia di Jurman?
Jurman è in cerca di visibilità – dicono dalla produzione di Amici.
Bah … intanto Jurman è un artista, un docente vero che si è a sua volta formato nelle migliori scuole americane.
Jurman vuole screditare – dicono ancora dalla produzione di Amici.
Bah … dire cose che sono evidenti, non fa male a chi le dice ma a chi evidentemente voleva non venissero mai dette. (Come si permette Jurman di dirle?)
Jurman vuole tornare ad Amici – dice la Di Gesu dalle pagina official dei social.
Per ora è la parola di Jurman contro quella della produzione.
Per ora ognuno di schiera con chi reputa più credibile.
Io, giornalista di settore libera, sto dalla parte dell’arte, del talento, della possibilità che dovrebbe essere dato al più bravo.
Ad Amici vince il talento?
Ognuno risponda secondo coscienza.