Appena nell’agosto scorso gli aveva rinnovato l’incarico di Direttore Amministrativo all’Asp di Siracusa per altri due anni.
Venerdi sera, come accade nelle migliori occasioni e cioè a fine settimana, il più classico dei fulmini a ciel sereno: Salvatore Iacolino non sarà più il Direttore Amministrativo dell’Asp di Siracusa.
Il provvedimento è stato preso dal Direttore Generale dell’Asp aretusea Lucio Salvador Ficarra, certamente fra i più chiacchierati manager sanitari della Nazione.
E’ opportuno precisare che quando sosteniamo che Ficarra è tra i più chiacchierati manager non intendiamo dire chissà quale reato grave abbia commesso, ma sicuramente, durante la sua non lunghissima attività lavorativa, si è ritrovato al centro di situazioni assai antipatiche, anche a carattere nazionale, come ad esempio lo scorso anno quando a morire di Covid 19, per cause che ancora oggi sono sotto il vaglio della magistratura, è stato il Direttore del Parco Archeologico di Siracusa Calogero Rizzuto.
Quando giunsero in Sicilia le telecamere nazionali per sentire Lucio Salvador Ficarra le sue risposte, dinnanzi a domande specifiche e dirette, fecero storcere il naso a non pochi. Era stato il suo modo di fare (o di dire), troppo autoritario e deciso ma senza mai dare spiegazioni concrete, che indispettì non pochi. Come è noto (ed ovvio) i familiari della vittima hanno sporto denuncia.
Un’altra risposta da brivido (eufemismo) il dottor Salvador Ficarra la profferì nel corso di una intervista alla collega de La Sicilia Laura Valvo; ad una domanda specifica il manager di Mazzarino lasciò intendere che senza la propria presenza a capo dell’Asp, sarebbe traballata la realizzazione del muovo ospedale di Siracusa. Come dire sono l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto.
Quando il troppo storpia. Giusto di qua, giusto di la, giusto a destra e giusto a manca. Una legge nazionale ha tolto questa opportunità a Lucio Ficarra. Oggi ad occuparsi della realizzazione dell’ospedale sarà lo Stato, cioè il Prefetto aretuseo. Non pensiamo assolutamente che sia l’uomo meno giusto rispetto ad altri.
Di Certo né l’allora assessore Razza né, peggio ancora, il presidente della Regione Nello Musumeci, diedero spiegazioni, (soprattutto per la vicenda Rizzuto) nonostante una indignazione emotiva nazionale di milioni di telespettatori.
Non bastò nemmeno una petizione popolare attraverso una raccolta di decine e decine di migliaia di firme a sollecitare (e solleticare) l’animo di Musumeci.
Ficarra è stato anche Direttore Generale ad Agrigento e per quel che ricordiamo non ha lasciato un ottimo ricordo. Lo abbiamo contestato con una certa durezza quando si vantava di avere lasciato un risparmio di chissà quanti milioni di euro per l’Asp agrigentina, mentre la sanità agrigentina crollava a pezzi in ogni suo settore.
Ficarra, almeno ad Agrigento, riceveva i primari non prima di avere letto l’ultima virgola del quotidiano che aveva sul tavolo, facendo aspettare i dirigenti medici anche per tanto tempo o dietro la porta o da spettatori alla sua lettura. Non disdegnava, altresì, auspicare “tempi migliori” ai primari che magari gli chiedevano materiale per le proprie sale operatorie e comunque materiale sanitario anche di prima necessità. I tempi migliori auspicati dal Salvador Ficarra aveva un tono non tanto tranquillizzante, come ad esempio: “Ad maiora…”. Come per dire…
No, noi non diciamo nulla, perché non abbiamo nulla da dire. Anzi, al contrario, saremmo ben felici se un giorno, prima che passeranno i prossimi cento anni dalla nostra dipartita da questo mondo, Lucio Salvador Ficarra potesse dare una spiegazione (seria) ai “lanci dei suoi auspici” tipicamente latini.
Adesso, un altro comportamento certamente discutibile, nei confronti del Direttore Amministrativo Salvatore Iacolino. Discutibile perché per l’ex Direttore Generale dell’Asp di Palermo ed ex europarlamentare è stato davvero un fulmine a ciel sereno. Lunedi prossimo “ti cogli i stigli e te ne torni ad Agrigento…” .
Un potere troppo forte per i Direttori Generali che revocano e silurano con una semplicità estrema la “vittima di turno” che lascia un incarico anche importante senza sapere un perché.
Anche ad Agrigento, nei mesi scorsi, è accaduta una cosa simile. Vengono silurati Capi Dipartimento in una notte e, peggio ancora, attraverso un articolo giornalistico. Ci sembra eccessivo e molto antipatico, soprattutto se si considera che la questione agrigentina ha riguardato il primario di Cardiologia ed Emodinamica, reparto, questo, fra i più brillanti nel Mezzogiorno d’Italia.
Attenzione, perché lo ricordiamo ancora una volta (e non smetteremo mai di farlo) che prima di ogni cosa viene la salute del cittadino. Poi tutto il resto.
Non è più tempo né di dittatura né di autoritarismo. Teniamo e ribadiamo a precisare che sconosciamo i motivi che hanno indotto a Salvador di adottare il duro provvedimento, ma un briciolo di cortesia e rispetto non guasta mai. Iacolino, oltre ad essere stato un brillante Direttore Generale di una delle Asp più importanti italiane, non ha mai lasciato brutti ricordi nelle sedi sanitarie dove ha operato.
La stessa cosa non si può dire di Ficarra. Ad Agrigento, Siracusa, Ragusa ed Enna ne sanno qualcosa.
Sarà anche una questione caratteriale, ma nei curriculum vitae non verrà mai riportato il fatto che una intera popolazione ha raccolto migliaia di firme per chiedere la rimozione di un Direttore generale.
Musumeci, in questo momento, ha troppe gatte da pelare e sarebbe anche giustificato. Ma ci sono stati tempi che di gatte da pelare non ne aveva alcuna. Eppure ha sempre fatto finta di nulla.
Non siamo profetici ne vogliamo imitare le “gesta gloriose” del mago Omar. Lo ricordate?
Ebbene, quanto prima il posto di Iacolino dovrà essere preso da un altro Direttore. Noi la buttiamo così: che si chiami Salvatore Lombardo, attuale capo del personale dell’Asp di Enna e ad interim, vedi caso, anche nell’Asp di Siracusa guidata da Ficarra?