La seconda assoluzione, adesso anche in Appello, al processo sulla “trattativa”. Calogero Mannino: “Parlano le sentenze assolutorie in tutti i processi di questi anni”.
A Palermo, al palazzo di giustizia, il 4 novembre del 2015, a conclusione del giudizio abbreviato, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Marina Petruzzella, ha assolto l’ex ministro Calogero Mannino dall’imputazione di attentato mediante violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato con la formula “per non aver commesso il fatto”, a fronte della richiesta della Procura di 9 anni di reclusione. Poi al processo di secondo grado, in Corte d’Appello, i procuratori generali, Sergio Barbiera e Giuseppe Fici, lo scorso 6 maggio, a conclusione della requisitoria, hanno chiesto alla Corte, presieduta dalla giudice Adriana Piras, di condannare Mannino a 9 anni di reclusione, tanti quanti ne chiese il procuratore aggiunto, Vittorio Teresi, in primo grado. Adesso la Corte d’Appello, dopo poco più di 5 ore di camera di consiglio, ha confermato la sentenza di assoluzione, “per non avere commesso il fatto”, in riferimento all’inchiesta sulla presunta “trattativa” tra Stato e mafia all’epoca delle stragi dei primi anni ’90, nel cui ambito sono state inflitte, invece, severe condanne al primo giudizio ordinario dalla Corte d’Assise di Palermo. La giudice Piras ha letto il dispositivo della sentenza: “”In nome del popolo italiano, la Corte d’appello di Palermo, visto l’articolo 599 del codice di procedura penale conferma la sentenza emessa dal gup di Palermo nel 2015 nei confronti di Calogero Mannino”. Secondo la Procura della Repubblica di Palermo, Calogero Mannino sarebbe stato il primo anello della “trattativa”. Lui, dopo l’omicidio di Salvo Lima, avrebbe temuto per la sua incolumità e avrebbe esercitato pressioni sui Carabinieri del Ros affinchè avviassero un dialogo con Cosa Nostra. In cambio Mannino si sarebbe adoperato per garantire un’attenuazione della normativa del carcere duro. L’impianto accusatorio non ha retto sia nel primo che nel secondo grado di giudizio, e Calogero Mannino, 80 anni il prossimo 20 agosto, forte della seconda sentenza di assoluzione, commenta: “Oggi parlano la sentenza che conferma l’assoluzione e le assoluzioni in tutti gli altri processi in cui sono stato trascinato in questi anni”. Uno dei difensori di Mannino, l’avvocato Marcello Montalbano, afferma: “Sono soddisfatto. Questa sentenza è il coronamento di un’attività difensiva che ha rafforzato la sentenza di primo grado criticata dal Procuratore generale secondo cui non era chiara. Invece la Corte l’ha confermata dopo una nuova istruttoria. Le motivazioni ribadiranno in modo definitivo l’innocenza di Mannino, che ha sempre ripetuto che non gli interessava se una trattativa ci fosse stata, ma di certo lui non ne era il responsabile”. E Totò Cuffaro commenta: “Mannino è stato assolto per ben due volte, prima nel processo in cui era imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e ora, in appello, nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia. E’ una magra consolazione essere assolti se tu sei rimasto dentro un circuito di sofferenza che è durato ben 25 anni”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)