“La necessità di assicurare l’incolumità dei cittadini e di alcune strutture, unita agli errori delle scelte operate negli anni passati, con la messa a dimora di alcune specie vegetali poco idonee per alcune sistemazioni a verde, sta portando sempre più spesso al ricorso di soluzioni drastiche, come l’eliminazione di piante intere o la potatura con il sistema della capitozzatura. Per questo i professionisti devono fare la propria parte per portare all’estinzione di una pratica consentita ma nociva per lo sviluppo delle piante”.
A parlare è il presidente provinciale dell’Ordine dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali Maria Giovanna Mangione, che interviene nuovamente nel dibattito pubblico sul tema annoso delle operazioni di potatura.
“Siamo di fronte agli effetti di decenni di trascuratezza e di superficialità nella progettazione e cura del verde – continua – cosicché oggi stiamo pagando un caro prezzo e stiamo pregiudicando per sempre questo patrimonio verde, che viene via via eliminato o potato in modo estremo, per evitare possibili diffide da parte di privati cittadini perché, magari, la pianta è di difficile recupero per mere questioni di bilancio. Alla fine, il danno è per l’interesse collettivo – continua – perché i cittadini si vedranno privati proprio di quegli elementi, gli alberi, che tutto il pianeta ritiene oramai fondamentali per la crescita dell’umanità e per combattere il riscaldamento globale”.
La presidente Mangione, adesso, si riserva di adottare insieme al Consiglio tutte le necessarie iniziative che possano consentire di ripensare completamente alle modalità di progettazione e di gestione del verde pubblico, evitando tra l’altro, il ricorso a questa forma aggressiva di potatura da parte degli Enti pubblici. L’idea è quella di concordare anche con gli iscritti all’Ordine degli Agronomi e dei dottori Forestali che si occupino della consulenza del verde pubblico, modalità e protocolli di buone prassi.
“Gli agronomi hanno in questa vicenda un ruolo delicatissimo – conclude Mangione –. Per questo invito tutti i colleghi a non avallare il ricorso alla capitozzatura che, per quanto consentita dalle norme vigenti, in larga parte dei casi, è solo una via più comoda ed economicamente più sostenibile, per i Comuni, di gestire il patrimonio verde. Forse è anche arrivato il momento che lo Stato crei un fondo speciale, destinato ai municipi, per la gestione e pianificazione del verde pubblico. Senza interventi mirati rischiamo di fare tanta demagogia ma poca costruzione, e le future generazioni ce ne chiederanno conto”.