Marcella Carlisi sul carnevale di Agrigento

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Giornate di Carnevale finite. Il sindaco dal mantello azzurro ha detto che non far passare la sfilata dalla via Atenea era uno scherzo di cattivo gusto, in cui non c’entrava nulla. Rimane lo scherzo di non far passare, come da tradizione,  la sfilata dalle altre vie: la via Callicratide e la via Manzoni dove i negozi restavano aperti e le persone potevano agevolmente vedere passare i gruppi folcloristici.

Ma la sfilata ora è chic. Passi per la via Atenea ma basta!

I patrimoni dell’umanità si esibiranno nella zona chic, soprattutto nella piazza Vittorio Emanuele, ora interdetta alle automobili.

Un’esibizione chic non può arrivare in fondo alla via Manzoni, ciò vorrebbe dire pulire strade che al momento sono abbandonate alla parietaria e alla spazzatura, quella che non è fatta solo da volantini.

Soprattutto la sfilata non può e non deve lambire quella fiera, così poco chic,  dove operatori paganti, ma per la maggior parte non votanti in questa città, pagano soldini per vivere una settimana di disagi.

Abbiamo visto le foto dell’urina, confezionata in buste trasparenti, sul piazzale ex Saiseb. Uno scherzo di Carnevale o l’espressione concreta di un disagio vissuto in un ambiente inospitale? Ieri l’azienda che riscuote la TOSAP per conto del Comune ha fatto un giro tra le bancarelle. Peccato che i giorni in cui la fiera si riempie di abusivi sono quelli del fine settimana e gli operatori lamentano che, “tradizionalmente”, non passi nessuno a controllare.

Sembra inoltre una scelta infelice, non calendarizzando più nel periodo tradizionale, cominciare le manifestazioni in concomitanza con quel Carnevale che ha fatto spostare in altre Città persino i nostri concittadini, andati a vivere un’esperienza di divertimento e di meraviglia a poche decine di Km di distanza.

Travestirsi da principe azzurro o da mago Zurlì non servirà a non fare identificare il sindaco come l’artefice del decadimento di questa festa e della Città di Agrigento.

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