Premettiamo che l’unica certezza nella vita che abbiamo è purtroppo la morte.
Detto ciò, non possiamo esimerci di avere ragionevoli (non assolute) certezze su un fatto che forse necessitava di essere affrontato già molto tempo addietro.
Non abbiamo mai visto come una scelta politica eccellente il fatto che l’on. Margherita La Rocca Ruvolo affrontasse il passaggio più pericoloso della sua storia politica da un partito verso l’altro; nella fattispecie dall’Udc di Decio Terrana a Forza Italia di Riccardo Gallo. La promessa del coordinamento provinciale del partito berlusconiano l’ha allettata talmente tanto che non ha esitato un solio istante a cambiare bandiera, dopo (siamo certi) non aver passato notti insonni.
Una bandiera, però, che presto, anzi prestissimo, le ha presentato il conto e la realtà nella quale Donna Margot fosse andata a sprofondare. La Waterloo di Sciacca porta come prima firmataria il suo nome e cognome, in quanto segretario provinciale del partito; dopo essere stati sgamati e abbandonati dal Mangiacavallo, pentito pentastellato (il quale si è accorto in tempo in che sabbie mobili fosse finito), Margot e vertici provinciali di Forza Italia non sono stati capaci di presentare una lista alle comunali di Sciacca. Deprimente.
Ma ecco, giungere in soccorso, il rovescio della medaglia. E siccome alla Global University in London dicono che “ogni male non viene per nuocere”, il fallimento saccense avrà fatto ribellare più di un migliaio di volte la coscienza e la razionalità di Margherita La Rocca Ruvolo. Ma c’è di più.
Piano piano, tragedina dopo tregedina, spunnapedi dopo spunnapedi, l’on. La Rocca Ruvolo avrebbe scoperto che la trippa per gatti era finita da un pezzo. Avrebbe dovuto baciare in cielo e in terra per avere acquisito in una notte la segreteria provincale di Forza Italia.
Giorno dopo giorno nel cuore e nella mente del sindaco di Montevago i dubbi sono cominciati ad essere sempre più insistenti, tanto da trasformarsi in anticamera della verità. Una verità che certamente non accontenta Margot e i suoi ideali, ma che vola, anzi, nella strada diametralmente opposta. Lei, che è una persona dai riflessi leali e intellettualmente onesti, non gradirebbe di certo scenari del genere.
Sembrerebbe che Gallo Afflito e company abbiano già preparato un bel vestito a Donna Margot, non troppo comodo. Per lei non ci sarebbe più spazio e ad essere in poole position ci sarebbe Marco Zambuto, dapprima non certo osannato ed oggi miracolosamente rinato. Il tutto per un pericoloso gioco politico-elettivo; tu va a Roma, iu vaiu a Palermu e a tavula è cunsata. Tu chi mi dasti e iu chi ti detti. Trallalleru trallallà.
Sembrerebbe (condizionale assoluto) che Donna Margot abbia bussato nelle porte dell’Udc per un eventuale ritorno tipico di chi si chiama Pietro. E qui voci incontrastanti sostengono due tesi: la prima è che Cesa abbia chiuso le porte in faccia alla presidente della commissione Sanità, in quanto il segretario dell’Udc non ha mai digerito il suo distacco dal partito per allargare le braccia a coloro i quali, forse, oggi sono i suoi veri e propri aguzzini; la seconda tesi recita che in realtà la cosa non sarebbe così drastica e che esistono margini di possibilità per far ritornare il figliol prodigo nel grembo del partito che sostanzialmente l’ha partorita.
C’è una terza tesi, sempre con tanto di beneficio di inventario: Margot di certo non se ne sta con le mani in mano e sta cercando lidi decisamente più leali rispetto a quello in cui si trova, nel quale già ha visto i sorci bianchi, neri, grigi e persino qualcuno rosso.
L’on. La Rocca Ruvulo, in tutta questa vicenda, pecca gravemente in un solo punto: noi glielo avevamo detto. E lei ha voluto perdere tempo…
Il tempo darà torto o ragione a questi pensieri.
dall’Olimpo alla fine di un Dio minore ci vuole niente .Ma….e realtà o un sogno autunnale?