Un concerto amabile, sofisticato, appagante; è sembrato quasi finire troppo presto. Mario Venuti conserva negli anni quel fascino e quel carisma che si coniuga perfettamente con quel suo riconoscibile modo di cantare e quel suo fare musica che, nella sera del 10 settembre scorso, non ha avuto bisogno di nulla se non di un pubblico attento, una chitarra, un pianoforte e un cielo pieno di stelle.
Un concerto in acustica, che inizia chitarra e voce, che profuma di bossanova, che ti contagia di entusiasmo e bellezza, come quella che attraversa da sempre i testi delle sue canzoni; testi ricercati e capaci di coniugare amore e attualità, e con i quali si potrebbe riempire un libro di poesie.
Elegante, raffinato, musicalmente colto, incastona il concerto dentro un pizzico di malinconia che rende tutto perfetto.
Un excursus senza fronzoli, dentro una carriera che gli ha concesso di scrivere pezzi indimenticabili, e che giovedì sera ha suonato con l’arte della delicatezza, alla chitarra e poi al piano, mentre l’atmosfera riusciva a coniugarsi con le emozioni di ognuno e i ricordi che facevano capolino ricordandoci che la vita scorre, mentre alcune cose come la bravura ed il talento sanno essere immuni al tempo che passa.
Il cantautore siciliano con generosità ha anche parlato al pubblico di Cetraro Marina, ha racconto piccoli aneddoti e quell’esigenza di sentimenti in un mondo che smarrisce tutto, a volte anche il cuore.
Le sue canzoni sono favole, ma a volte sanno essere anche viaggi verso posti lontani. Canzoni colme di sonorità sudamericane, di echi del mediterraneo, e poi di pathos che ti trascina dove lui vuole, ossia dentro le sue canzoni delle quali si finisce per sentirsi protagonisti.
Da Niña Morena a Caduto dalle Stelle, attraversando Veramente, Ciao Cuore. E poi ancora Un altro posto nel mondo, Tutto questo mare, e il racconto di Crudele a Sanremo.
Ad impreziosire il concerto di Mario Venuti alcuni elementi dell’Orchestra Filarmonica di Calabria che hanno accompagnato il cantautore nell’ultimo pezzo di viaggio.
Il finale proprio lì, dove tutto è iniziato, con quel pezzo che segnò la sua carriera di solita; Fortuna, il suo lasciapassare per un futuro tutto da scrivere e da regalare mentre si innamorava del domani, quel domani che finisce dritto dritto nel suo sorriso e nel suo modo di essere a discapito di qualunque apparire.
Dopo il concerto ho scambiato una chiacchierata con il cantautore. Trovate tutto questo nel servizio.
È bello scoprire che alcune cose sono come te le aspetti, che non deludono e che, al contrario, ti lasciano la consapevolezza che l’arte resta l’unica bellezza che ci salverà.
Simona Stammelluti