L’inchiesta in corso sulla latitanza e la rete dei fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro proseguono seguendo le impronte sanitarie del boss durante la malattia. Altri due medici indagati.
Al processo per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del medico di Campobello di Mazara, Alfonso Tumbarello, 71 anni, ovvero colui che avrebbe firmato le prescrizioni sanitarie e le ricette a Matteo Messina Denaro durante la latitanza e la malattia, sono stati depositati i verbali degli interrogatori di due medici trapanesi adesso indagati per favoreggiamento aggravato: Francesco Bavetta, gastroenterologo ed endoscopista di Marsala, e Giacomo Urso, chirurgo all’ospedale di Mazara del Vallo.
In sintesi, alle domande dei magistrati i due professionisti hanno risposto: “Sì, lo abbiamo visitato e operato, ma abbiamo saputo solo dopo il suo arresto che il paziente in realtà era Matteo Messina Denaro. A noi si è presentato come Andrea Bonafede”. La Procura ha già accertato che Messina Denaro fu indirizzato e forse accompagnato da Giovanni Luppino, imprenditore agricolo suo autista, dal dottore Bavetta per sottoporsi a una colonscopia di urgenza il 3 novembre del 2020. A Luppino nel corso della perquisizione è stato sequestrato un biglietto col nome di Bavetta, medico a cui lo stesso Luppino si rivolse per sé già nel 2019. Lo stesso Messina Denaro ha confermato che è stato Luppino a indicargli il nome del dottor Bavetta. Giacomo Urso invece è il medico dell’ospedale di Mazara del Vallo che il 9 novembre del 2020, solo 4 giorni dopo il ricovero e 7 giorni dopo la diagnosi di cancro al colon, operò Messina Denaro, poi dimesso il 13 novembre.
Le dichiarazioni dei due medici sono al setaccio dei pubblici ministeri, che proprio seguendo le “tracce” della malattia del boss sono a lavoro per ricostruire la rete dei suoi rapporti. Più nel dettaglio del decorso clinico di Messina Denaro, lo scorso 18 marzo, ancora al processo al dottore Tumbarello, è stato ascoltato il luogotenente dei Carabinieri del Ros, Francesco Nasca, che ha dichiarato: “Messina Denaro, dopo una occlusione intestinale, ha scoperto la sua malattia, il tumore al colon, con una colonscopia effettuata il 3 novembre del 2020 nello studio medico del dottor Bavetta, a Marsala. E’ stato ricoverato all’ospedale di Mazara del Vallo il 5 novembre 2020, dove fu operato il 9 e dimesso il 13. A compilare la scheda di accesso fu il dottor Giacomo Urso, il chirurgo che l’ha operato. A fornire un supporto logistico fondamentale è stato il cugino omonimo di Andrea Bonafede, classe ‘69, che ha ritirato le ricette da Tumbarello e si è intestato un’utenza telefonica cedendola a Messina Denaro durante il ricovero a Mazara del Vallo. E lo ha accompagnato prima all’ospedale mazarese e poi, il 9 dicembre 2020, all’ospedale di Trapani per un consulto oncologico con il dottor Zerilli.
A Trapani Messina Denaro si sottopose a una Pet l’11 gennaio 2021 e il 19 avviò la chemioterapia alla clinica ‘La Maddalena’ a Palermo, dove è stato ricoverato il 2 maggio per un altro intervento chirurgico per metastasi al fegato. Una seconda occlusione intestinale, per l’ampliamento della massa tumorale, insorse il 6 agosto del 2023. Poi il declino fino alla morte il 25 settembre” – ha concluso il luogotenente Nasca.
E ancora seguendo le “impronte” sanitarie di Messina Denaro è stato scoperto un altro presunto fiancheggiatore, Cosimo Leone, 57 anni, di Campobello di Mazara, tecnico radiologo all’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo, che avrebbe agevolato il boss a sottoporsi ad una tac, poi gli avrebbe consegnato in corsia in ospedale un telefonino con una utenza attivata dallo stesso Andrea Bonafede, e poi anche il cd della Tac con il referto.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)