Matteo Messina Denaro ha annotato degli scritti per la figlia Lorenza, da latitante, non avendola ancora mai conosciuta. Ecco alcune pagine.
Matteo Messina Denaro ha scritto un librettino rivolto alla figlia Lorenza Alagna, da latitante, non avendola mai conosciuta, e poi incontrata e riconosciuta solo poco prima della morte, non opponendosi a che lei assumesse il suo cognome. In una pagina il boss, nel 2014, a margine di alcune fotografie risalenti al 2006 scrive, con tono ridente: “Queste foto sono state fatte nel 2006. Nello stesso preciso periodo hanno fatto un identikit su me dove sembrava avessi 85 anni e 5 mesi. In verità in quel periodo ero come in queste foto”. Poi in un’altra pagina Messina Denaro prospetta la consegna del librettino alla figlia, e scrive, con tono ascetico: “Nelle sue proprie mani quando le si riconoscerà una maturità intellettiva e avulsa dal condizionamento di terze persone”. Il capomafia si riferisce alle influenze della madre di Lorenza, Franca Alagna, indicata con disprezzo come “quella”, e che a sua volta sarebbe stata tanto influenzata da sua madre, quindi la nonna di Lorenza e la suocera di Matteo. Le due – secondo lui – avrebbero allontanato Lorenza dalla famiglia del padre. Messina Denaro avrebbe addirittura manifestato intenzioni omicide contro la suocera. In una delle tante lettere della corrispondenza tra Messina Denaro e Laura Bonadede, lei scrive così a lui: “Al punto 35 mi dici che porterai quella a salutare Uomo”. “Uomo” è stata la parola in codice per indicare il padre della Bonafede, ovvero il boss defunto Leonardo. E la persona che ha rischiato di “essere portata a salutare Leonardo Bonafede” (quindi un morto) sarebbe Filippina Polizzi, la madre di Franca Alagna. Dopo la cattura, Messina Denaro si è inizialmente opposto all’incontro con la figlia in carcere, e così si sarebbe espresso: “Mai e poi mai vorrò riceverla. Lorenza non mi ha mai cercato soltanto per essere riconoscente a sua madre e a sua nonna. Le persone che circondano Lorenza mi odiano senza che io le abbia fatto nulla”.
E poi Matteo Messina Denaro avrebbe spiegato così: “Mia figlia Lorenza mi deve la vita due volte: la prima perché l’ho concepita. La seconda perché la nonna materna ha fatto di tutto per fare abortire la figlia Franca. Ma la figlia non ha ceduto. Non lo ha fatto perché sapeva che saremmo andati a ‘sbattere’ tutti. Se avessero ucciso mia figlia Lorenza saremmo andati a ‘sbattere’ tutti”. “A sbattere tutti” significherebbe che la vendetta sarebbe stata la morte della suocera. Poi ancora riferendosi alla figlia, Messina Denaro scrive: “Le volevo raccontare la mia vita… lo desideravo, per dirle senza filtri quel che mi era successo. Deciderà lei se leggerlo o bruciarlo”. Poi il boss annota frasi a lui inviate da altri, come: “Non smettere mai e continua a osare, il tuo mondo appartiene agli eletti perchè tu sei un eletto (me lo scrisse Malvina nel 2001)”. E poi ancora a Lorenza: “Vorrei che ti ricordassi di me. Se tu ti ricordassi di me non importerebbe nulla neanche se tutti gli altri mi dimenticassero”.
Poi alcune frasi auto-celebrative, come: “Perdonatemi se con nessuno di voi ho nulla in comune, ho sofferto ma vissuto con onore”. E poi in altre pagine Matteo Messina Denaro racconta di essersi trovato accanto alla figlia Lorenza in più occasioni. E scrive: “Lorenza oggi ti ho conosciuta alle ore 18:40 di venerdì 8 aprile 2016. Ti ho incontrata… non era mai accaduto che ti incontrassi, così ho deciso di seguirti… Vedevo tutto ciò da posteggiato a 30 metri, sono sceso dall’automobile per venirti a passare accanto, se allungavo il braccio ti toccavo. Tu non ti sei accorta di nulla, il sangue non ti ha chiamata. Neanche ‘quella’ mi ha riconosciuto. Per quella intendo tua mamma. Io mi sono coperto il viso”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)