La Procura di Palermo aggrava il peso giudiziario su Giovanni Luppino, l’autista di Messina Denaro il giorno dell’arresto: gli si contesta non più il favoreggiamento ma l’associazione mafiosa.
La Procura di Palermo lo scorso 22 settembre ha depositato istanza di rinvio a giudizio di Giovanni Luppino, 59 anni, l’agricoltore, commerciante di olive, la “Nocellara del Belice”, che alla guida di una Fiat Bravo ha accompagnato lunedì mattina 16 gennaio Matteo Messina Denaro alla clinica “La Maddalena”, dove il boss è stato arrestato dai Carabinieri.
Luppino, innanzi al pubblico ministero, Piero Padova, si è difeso così: “Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro, solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss. Mi è stato presentato come cognato di Andrea Bonafede, e l’ho accompagnato perché doveva sottoporsi alla chemioterapia”.
Giovanni Luppino è imputato di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso. Tuttavia, in occasione della prima udienza preliminare, la Procura ha modificato il capo d’imputazione, aggravandolo in associazione mafiosa, così come è già stato per Lorena Lanceri, presunta vivandiera, insieme al marito Emanuele Bonafede, e “compagna di merenda” di Matteo Messina Denaro, e per i due cugini omonimi Andrea Bonafede, il nato nel 53 e il nato nel 59, presunti prestanome a lavoro per assecondare interessi e necessità mediche (e non solo) del boss.
Da ulteriori indagini e approfondimenti ad opera dei Carabinieri del Ros è emerso che lui, Luppino, avrebbe preteso denaro da alcuni imprenditori, presentandosi come emissario di Messina Denaro, e precisando che i soldi sarebbero stati destinati al capomafia. E ciò sarebbe stato confermato dagli stessi imprenditori, ascoltati come testimoni, e che hanno altrettanto precisato: “I soldi chiesti non glieli abbiamo dati”. Inoltre, dalle analisi delle celle telefoniche agganciate da Giovanni Luppino emerge che avrebbe accompagnato in clinica Messina Denaro per ben 50 volte in due anni, altro che frequentazione occasionale. E spesso i due avrebbero trascorso la notte a Palermo prima della seduta di chemioterapia a “La Maddalena”. E poi: a Giovanni Luppino sono stati sequestrati degli appunti relativi ad alcuni medici oncologi della clinica “La Maddalena”, e altri numeri telefonici per le prenotazioni di visite e trattamenti sanitari.
E poi vi è un appunto sulla guarnizione per una “Giulietta”, esattamente lo stesso modello dell’automobile di Matteo Messina Denaro, l’Alfa Romeo nera modello “Giulietta” che è stata trovata dalla Polizia a Campobello di Mazara nei pressi del suo terzo covo, in via San Giovanni, innanzi all’abitazione di Giovanni Luppino, nel garage del figlio di Luppino. I difensori di Luppino hanno ottenuto un termine per esaminare i nuovi esiti investigativi. E l’udienza innanzi al giudice per le udienze preliminari è stata rinviata al 24 novembre.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)