Il medico di Matteo Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, interrogato in aula al processo a suo carico: “Ho curato Andrea Bonafede. Non ho mai immaginato che avesse ceduto la sua identità”.
E’ stato interrogato in aula al Tribunale di Marsala il medico di Campobello di Mazara, Alfonso Tumbarello, 71 anni, arrestato dai Carabinieri del Ros il 7 febbraio del 2023. Gli si contestano i reati di concorso esterno alla mafia e falso ideologico perché avrebbe assistito e personalmente visitato Matteo Messina Denaro, all’epoca latitante. Il dottore ha firmato 137 prescrizioni di visite specialistiche e di farmaci a nome di Andrea Bonafede, colui che ha prestato la sua identità al boss nei due anni precedenti all’arresto.
Ebbene il dottor Tumbarello a domande, tra l’altro, ha riposto: “Non potevo immaginare che un mio paziente avesse ceduto la sua identità. Andrea Bonafede, classe ’63, era mio assistito dall’ottobre 2018, dopo che il suo medico di base era andato in pensione. Lo conosco da tanti anni, ma non siamo amici. Un giorno venne da me per mostrarmi l’esito di una colonscopia”. Stop e tra parentesi: si tratta della colonscopia tramite cui Messina Denaro ha scoperto di essere afflitto da un tumore al colon. E’ stata effettuata dal boss il 3 novembre del 2020 nello studio medico del dottor Bavetta, a Marsala, dopo essere stato preda di un blocco intestinale.
Nella richiesta di ricovero del 5 novembre del 2020, Tumbarello scrisse di avere eseguito personalmente un’accurata anamnesi e valutazione clinica del paziente, che già aveva eseguito una colonscopia ed era in cura farmacologica, sollecitandone il ricovero. E Matteo Messina Denaro fu infatti ricoverato pochi giorni dopo, e fu sottoposto al primo intervento chirurgico sul tumore al colon, il 13 novembre del 2020, all’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Poi Tumbarello ha firmato altre richieste di esami cruciali, come la Pet, l’11 gennaio del 2021 al Poliambulatorio di Mazara del Vallo, e poi l’esame di mutazione Dna per conoscere la natura del tumore. E che è stato eseguito il 28 gennaio del 2021 alla Casa di cura “La Maddalena” a Palermo, la clinica dove è stato poi operato una seconda volta il 4 maggio del 2021 per rimuovere delle metastasi al fegato e dove proseguirà le cure fino al 16 gennaio 2023, il giorno dell’arresto dopo 30 anni di latitanza.
Poi Tumbarello ha proseguito: “Andrea Bonafede classe ’63 mi disse che a ritirare le successive ricette mediche sarebbe andato il cugino omonimo, classe ’69, perché lui non voleva che i familiari sapessero della sua patologia tumorale. Non visitai Andrea Bonafede perché davanti all’esito di una colonscopia era inutile. Non ho mai visto Matteo Messina Denaro: se fosse accaduto sarei andato subito dalle forze dell’ordine”.
Poi a domanda su come e perchè lui, Tamburello, fosse stato da tramite per l’incontro tra Salvatore Messina Denaro, fratello di Matteo, e l’ex sindaco Dc di Castelvetrano Antonio Vaccarino, poi talpa dei servizi segreti per tentare di stanare il boss, il dottor Tumbarello ha risposto: “Vaccarino mi chiese se conoscevo Salvatore Messina Denaro e se potevo organizzare un incontro. Io conoscevo Salvatore Messina Denaro perché, come pneumologo, mi era stato chiesto di visitare la cognata, che non poteva muoversi da casa. Fissammo il giorno e l’orario e loro vennero nel mio studio medico. Siccome nella sala d’attesa non c’era nessuno, Vaccarino mi chiese se potevano parlare lì. Mi sembrava brutto dire di no. Chiusi a chiave la mia stanza e andai via. Tornai un’ora dopo e non c’era più nessuno. Vaccarino, con cui per un certo periodo avevo frequentazione per motivi politici, non mi disse perché aveva voluto quell’incontro, né io glielo chiesi. Lo seppi, anni dopo, dai giornali” – ha concluso l’imputato. L’incontro tra il fratello di Matteo e Vaccarino fu preliminare all’avvio di un rapporto epistolare tra Messina Denaro e Vaccarino pilotato dai servizi segreti che, strumentalizzando Vaccarino, tentarono di catturare il latitante.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)